L’Azienda USL di Ferrara diventa sede di Formazione specifica in Medicina Generale
“E’ questo un nuovo percorso di formazione sicuramente innovativo che contempla non solo gli ospedali ma anche il territorio e che permetterà di far conoscere ai nuovi medici le reali necessità della popolazione”. Claudio Vagnini, Direttore generale dell’Azienda USL di Ferrara, ha evidenziato come questo diventi un valore aggiunto per tutta la popolazione in quanto i cittadini potranno confrontarsi poi con professionisti che hanno avuto l’opportunità, durante la loro formazione, di acquisire conoscenze non solo teoriche ma anche pratiche. “Sono 17 i medici che frequentano già il corso di formazione avviato inizio 2018, però nel corso dei prossimi anni si conta di avere un pool di circa 100 medici per il polo didattico di Ferrara, e questo comporta una formazione mirata e strategica utile anche per il cambio generazionale che ci sarà sul territorio di Ferrara per i numerosi pensionamenti che vi saranno”.
“La presenza dei nuovi medici nelle sedi dell’Azienda USL per la loro formazione, oltre ad essere un rilevante riconoscimento per l’Azienda territoriale ferrarese, è un processo importante per quello che è il ruolo del Medico di Cure Primarie”. Tiziano Carradori, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Ferrara, mette poi in evidenza come questo sia strategico per la provincia di Ferrara che si caratterizza per l’alta incidenza di anziani, “questa nuova formazione sul campo diventa una ulteriore opportunità proprio per rispondere in maniera mirata al bisogno locale e aiuterà allo stesso tempo anche i futuri professionisti nel modo di lavorare che necessita di essere sempre più integrato ospedale e territorio”.
Stefano Volpato, Professore all’Università degli Studi di Ferrara, impegnato nel progetto di formazione, ha quindi evidenziato come in questo caso vi sia una didattica moderna, “Unife è una delle poche sedi che ha un corso di Medicina Generale per formare medici del territorio. Il ruolo dell’Università è quello di creare nuove conoscenze e trasferirle e farle ricadere in termini di assistenza. In questo caso però l’Università potrà fornire ai discenti anche il suo supporto nell’ambito della ricerca”.
Mentre per quanto riguarda il servizio di formazione interaziendale questo è il garante del percorso formativo. Annamaria Ferraresi, Responsabile per la formazione interaziendale, ha poi indicato come il percorso formativo dei nuovi medici sia definito e organizzato da un gruppo di progetto costituito da interlocutori di diversa formazione proprio per avere contributi utili al nuovo modello formativo. “Il gruppo di progetto manterrà il suo impegno nel corso di questi anni proprio per riuscire ad essere attenti e puntuali alle diverse necessità visto che è proprio un percorso innovativo”.
Sandro Bartalotta, in qualità di Coordinatore attività territoriali, ha fatto poi una disamina delle modalità organizzative dei diversi inserimenti dei corsisti nei vari ambulatori dei medici di medicina Generale e come questi saranno seguiti dai medici che presentano una maggiore esperienza lavorativa. Il corso di formazione consta di 4800 ore distribuite nel corso di 3 anni.
“ La medicina generale è orgogliosa di avere a Ferrara la scuola di medicina generale”. Andrea Zamboni, Coordinatore attività didattiche seminariali, continua poi “formare colleghi nuovi che abbiano l’attenzione alla persona e non solo alla malattia diventa sicuramente un valore aggiunto per tutti. E’ questa anche una rivoluzione culturale per la medicina generale e in questo nel ferrarese si stanno facendo passi da gigante”.
Piergiorgio Gaudenzi, Coordinatore delle attività ospedaliere, “Abbiamo pensato come parte ospedaliera che fosse in questo caso molto importante far conoscere il percorso di cura del paziente in tutta la sua complessità. Dai servizi Ospedalieri di Cona e degli Ospedali del territorio ai servizi di Lungodegenza, agli Ospedali di comunità. Il nuovo medico oltre a imparare a gestire il paziente con patologie acute deve avere la capacità di gestire poi il paziente nella presa in carico e assistenza della cronicità. Nell’ambito dei 3 anni ci saranno queste realtà formative che interessano tutte le sedi del territorio”.
L’innovazione del percorso formativo
Gli elementi di innovazione saranno nell’area pratica, in quella teorica e in quella organizzativa.
Gli elementi di innovazione per l’area pratica: maggiore inclusione , dove è possibile, della formazione nei setting territoriali anziché ospedalieri, con particolare riferimento alle realtà della Casa della Salute.
Pur mantenendo la quota di ore di tirocinio all’interno delle Unità Operative in aderenza alla normativa, l’elemento innovativo, che si ritiene possa produrre una cultura dell’integrazione di tutti i professionisti delle Cure Primarie (MMG, Medici di Comunità e Cure Primarie, infermieri, assistenti sanitari, fisioterapisti, ostetriche, assistenti sociali,…) necessaria per realizzare le linee di indirizzo del nuovo Piano Sanitario e per rispondere ai nuovi bisogni della popolazione, è la de-ospedalizzazione delle sedi della rete della scuola: vivere nelle sedi territoriali delle cure primarie, formarsi al loro interno, partecipare attivamente non solo alle attività cliniche ma anche a quelle di programmazione e definizione delle attività socio-assitenziali, è ritenuta una condicio sine qua non per la formazione del Medico di Medicina Generale.
Sedi di tirocinio
Assistenza Domiciliare Integrata e sua interfaccia con l’attività autorizzativa dell’assistenza protesica e integrativa, Specialistica c/o Poliambulatori territoriali, Hospice, Salute anziani (RSA e LPA) territoriali; Gravi disabilità adulti, Ambulatori odontoiatrici, Consultori familiari-salute donna, Pediatria di comunità-salute infanzia, Consultorio spazio giovani.