Nasce la Rete regionale dei Centri di senologia dell'Emilia-Romagna.
Bologna - Nasce la Rete regionale dei Centri di Senologia dell’Emilia-Romagna: potrà contare su 12 strutture di riferimento in tutto il territorio, che lavoreranno con standard di qualità, modalità organizzative e di funzionamento uniformi.
A istituirla, una delibera della Giunta regionale approvata nei giorni scorsi che individua la strutturazione territoriale della Rete; definisce il modello organizzativo a cui tutti i Centri dovranno fare riferimento, per garantire la massima efficienza operativa e la sinergia dei risultati; stabilisce la costituzione di un coordinamento permanente che avrà anche il compito di monitorare i risultati raggiunti, a conclusione del percorso riorganizzativo in capo alle Aziende sanitarie.
“Abbiamo lavorato con un preciso obiettivo, che oggi ci porta alla nascita della Rete regionale- spiega l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-: qualificare ulteriormente il servizio di assistenza alle donne lungo l’intero percorso diagnostico e terapeutico, dagli esami di prevenzione al trattamento, ai successivi controlli, attraverso una valutazione multidisciplinare e multiprofessionale dei singoli casi. E rendere ancora più efficiente il sistema di relazioni tra i professionisti e le strutture dedicate alla diagnosi e alla cura delle donne con tumore al seno. Parliamo di servizi che già collocano l’Emilia-Romagna ai vertici in Italia, ma che con l’istituzione di questa Rete aumenteranno ancora l’asticella della qualità”.
Obiettivi e criteri di qualità della Rete dei Centri di senologia
Il Centro di senologia è la struttura nevralgica operante all’interno del percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale del tumore alla mammella, capace di garantire un modello di assistenza altamente specializzato.
Il documento approvato dalla Giunta regionale definisce i requisiti di qualità che il Centro deve avere per appartenere alla Rete regionale e per assicurare un’adeguata esperienza specialistica, tra cui l’associazione positiva fra volume di attività chirurgica per centro e per operatore e i migliori esiti della chirurgia per tumore maligno della mammella, livelli di competenza clinica di tutti i professionisti, la presa in carico della donna attraverso la valutazione multidisciplinare e la continuità assistenziale tra il Centro e il territorio (medicina generale), l’omogeneità dei protocolli clinici.
Il documento specifica inoltre l’assetto organizzativo del Centro, definendo i ruoli decisionali e le responsabilità, nonché tempi, procedure e percorsi da seguire nelle varie fasi dell’assistenza, dalla diagnosi alla terapia al follow up.
I Centri di senologia sul territorio
Questa la strutturazione sul territorio. Provincia di Piacenza: Centro di Senologia Ospedale di Piacenza; Parma: Centro di Senologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma; Reggio Emilia: Centro di Senologia Arcispedale Santa Maria Nuova-Irccs di Reggio Emilia; Modena: Centro di Senologia Ospedale di Carpi; Centro di Senologia Azienda Ospedaliera-Universitaria di Modena; Area Metropolitana di Bologna: Centro di Senologia Ospedale Bellaria; Centro di Senologia Azienda Ospedaliera-Universitaria di Bologna; Centro di Senologia Ospedale di Imola; provincia di Ferrara: Centro di Senologia Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara; Ravenna: Centro di Senologia Ospedale di Ravenna; Forlì-Cesena: Centro di Senologia Ospedale di Forlì (integrazione con Irccs-Irst di Meldola); Rimini: Centro di Senologia Ospedale Sant’Arcangelo di Romagna.
Diagnosi precoce del tumore al seno: come funziona in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna il carcinoma della mammella è responsabile del 29% dell’incidenza dei tumori maligni nel sesso femminile e del 15% della relativa mortalità, con oltre 4.500 nuovi casi all’anno.
Dal 1996 è attivo il programma di screening per la diagnosi precoce del tumore della mammella per la fascia di età dai 50 ai 69 anni e dal 2010 è stato esteso alle fasce 45-49 e 70-74 anni. Ogni anno vengono invitate circa 500.000 donne (copertura del 100% della popolazione bersaglio), con un’adesione del 75% a cui si aggiunge un ulteriore 10% che effettua la mammografia al di fuori del programma.
Dal 2012, è attivo un percorso regionale per l’individuazione e la sorveglianza delle donne a rischio ereditario di tumore alla mammella/ovaio. Dal 2005, inoltre, è stato avviato un processo di riorganizzazione dell’offerta chirurgica per tumore della mammella che ha comportato una progressiva concentrazione della casistica: nel 2017 il 94% degli interventi sono stati effettuati in ospedali pubblici e quasi completamente ad alto volume di casi trattati.