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L’infermiere di Famiglia e di Comunità nell’Azienda USL di Ferrara

pubblicato il 11/12/2020 16:05, ultima modifica 11/12/2020 16:06
Il percorso di formazione aziendale per la cura completa del cittadino e della sua famiglia in occasione della partenza, avvenuta il 4 dicembre scorso, del nuovo corso di Formazione “Infermiere di Famiglia e di Comunità” nel contesto sanitario della provincia di Ferrara,

Ferrara, 11-12-2020. La direzione dell’Azienda USL di Ferrara, in occasione della partenza, avvenuta il 4 dicembre scorso, del nuovo corso di Formazione “Infermiere di Famiglia e di Comunità”  nel contesto sanitario della provincia di Ferrara,   ha presentato questa mattina in modalità di video-conference i temi  del progetto formativo organizzato con i docenti   Universitari e dell’Azienda USL.

All’incontro, hanno partecipato, insieme ai professionisti del dipartimento cure primarie e  di distretto, i professionisti del comparto infermieristico dell’Azienda USL, l’Assessore alle politiche per la salute del Comune di Ferrara, Cristina Coletti, la Senatrice Paola Boldrini, il Consigliere regionale, Fabio Bergamini, in rappresentanza dei Medici di medicina Generale referenti di Distretto, il dott Luca Catapano, il presidente dell’Ordine degli Infermieri, Simone Vincenzi e le Associazioni di volontariato  maggiormente coinvolte nel progetto formativo.

Monica Calamai, Direttore generale dell’Azienda USL di Ferrara ha aperto l’incontro presentando il ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità. Una nuova figura infermieristica ad oggi, operativa in poche regione d’Italia. E’ attiva infatti da solo qualche anno in Piemonte, Lombardia e Toscana, mentre nelle regioni  Lazio e Sicilia sono  state presentate le proposte di legge. In altre come il Friuli Venezia Giulia, Puglia, Valle d’Aosta  e anche in l’Emilia-Romagna, sono state avviate le sperimentazioni.

La figura dell’infermiere di comunità la si ritrova nel Patto per la Salute approvato il 18.12.2119, che prevede che accanto ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli specialisti ambulatoriali e ai farmacisti ci sia “l’assistenza infermieristica di famiglia/comunità per garantire la completa presa in carico integrata delle persone”. Inoltre nel Decreto Rilancio “al fine di rafforzare i servizi infermieristici con l’introduzione altresì dell’infermiere di famiglia e di comunità per potenziare la presa in carico sul territorio dei soggetti infettasti da SARS-COV-2 identificati come affetti da Covid19”

L’Infermiere di Famiglia e Comunità è il professionista responsabile della gestione degli interventi infermieristici in una comunità e dei nuclei famigliari seguiti.

Promuove un’assistenza di natura preventiva, curativa e riabilitativa, differenziata per bisogni e fasce d’età, con interventi domiciliari o ambulatoriali e risponde ai bisogni di salute della popolazione di una specifica area geografica di riferimento.

Marika Colombi , direttore della direzione Infermieristica e Tecnica, ha quindi  presentato il modello organizzativo e la valorizzazione della professione infermieristica nell’assistenza territoriale nella presa in carico della famiglia e della comunità in integrazione alle altre figure professionali.

L’Azienda Usl di Ferrara, in considerazione della complessità delle funzioni svolte, delle responsabilità da agire e competenze che dovrà possedere l’Infermiere di Famiglia-Comunità, ha progettato, pertanto,  un piano formativo per sviluppare competenze clinico assistenziale e comunicativo-relazionali mirate proprio al territorio della provincia di Ferrara

L’Infermiere di Famiglia-Comunità deve, infatti, possedere capacità di lettura dei dati epidemiologici e del sistema-contesto, deve avere un elevato grado di conoscenza della rete dei servizi sanitari e sociali per creare connessioni ed attivare azioni di integrazione orizzontale e verticale tra servizi e professionisti a favore di una risposta sinergica ed efficace al bisogno dei cittadini della comunità. Deve essere, quindi, in grado di valutare i bisogni e di promuovere la salute dei singoli e delle comunità di riferimento, con una capacità di mediare i conflitti, e di promuovere il mantenimento della salute con stili di vita sani; in sintesi deve attivarsi per l’empowerment  -ovvero- la consapevolezza di sé, delle proprie scelte e azioni, sia nell'ambito delle relazioni personali sia in quello della vita  sociale per collaborare nell’organizzazione dei servizi sanitari e sociali.

Marilena Bacilieri, direttore servizio interaziendale Formazione e Aggiornamento, ha poi illustrato in sintesi la STRUTTURA DEL PERCORSO FORMATIVO dell’Infermiere di famiglia e di comunità.

Il corso è in tipologia formativa mista con integrazione tra formazione residenziale in modalità videoconferenza e formazione sul campo. La durata è di 60 ore con moduli di formazione residenziale e in modalità videoconferenza (per 40 ore); tirocinio in presenza e in videoconferenza (ore 7); laboratori-seminari in videoconferenza (ore 6); lavori di gruppo in presenza (ore 7) per completare le restanti 20 ore.

La prova finale è la presentazione alla commissione d’esame del project work metodo didattico che si ispira al principio generale dell’imparare facendo, dell’imparare attraverso il fare.

La frequenza del corso si svolgerà in attività di servizio, è consentito un massimo di assenze pari al 20% delle ore previste dal programma, il superamento di tale limite comporta l’esclusione dall’esame finale.

 

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