A Portomaggiore apre il primo Giardino Terapeutico Bioenergetico
Il giardino sensoriale - progettato dall’architetto Marco Nieri - è uno strumento essenziale per il miglioramento della qualità di vita degli anziani che vivono all’interno di una casa di riposo o che vivono presso le proprie case. La disponibilità di uno spazio aperto per persone che sono costrette a scarsa mobilità rappresenta una risorsa fondamentale e irrinunciabile.
La condizione delle persone anziane fragili, affette da sindrome di Alzheimer o da altre limitazioni cognitive e motorie, ossia la qualità della loro esistenza e di tutto quanto concorre a garantirla nelle diverse fasi della malattia, è una cartina di tornasole che esprime il livello di civiltà di una comunità e di un intero Paese. È ormai riconosciuto come l’ambiente di vita dei malati di Alzheimer (e di altri tipi di demenza), debba essere rimodellato sulle loro esigenze; infatti, l’azione di cura e di tutela chiama in causa non soltanto le persone, ma anche gli spazi edilizi e urbani.
Le ricerche condotte in ambito internazionale relativamente alla materia hanno dimostrato come lo spazio fisico possa assumere un valore terapeutico, svolgendo nei confronti dell’anziano una funzione “protesica”: la progettazione dell’ambiente, quindi, diventa parte integrante dell’approccio globale alla cura e all’assistenza delle persone fragili, sia ospiti di Case di Residenza sia ancora residenti presso i propri domicili.
L’ambiente deve essere strutturato in funzione delle ridotte capacità cognitive dell’anziano e del suo disagio quotidiano, deve essere in grado di interpretare le particolari esigenze di persone che hanno perso il rapporto canonico con il mondo e deve offrire loro la possibilità di recuperarlo attraverso canali di comunicazione diversi, coerenti con le loro residue capacità di comprensione. La qualità funzionale ed estetica degli spazi ad hoc, sia chiusi che aperti, ha un ruolo determinante, non soltanto perché supporta lo sviluppo dei programmi terapeutici, ma perché richiama costantemente il valore e l’inviolabilità di ogni persona, riconoscendo la sua dignità insieme con chi se ne prende cura. Un aspetto, quest’ultimo, da non trascurare, perché lavorare in ambienti funzionali, confortevoli e ricchi di valenze anche estetiche, contribuisce a non sperperare energie psico-fisiche e a mantenere la propria motivazione, e, di conseguenza, aiuta e rassicura i pazienti e loro familiari.
Il Giardino Alzheimer nasce con le seguenti finalità terapeutiche:
- Ridurre i problemi comportamentali e, in particolare: il disorientamento spazio temporale, i tentativi di fuga, il girovagare afinalistico (wandering) e le reazioni catastrofiche;
- Ridurre l'uso dei farmaci psicoattivi e riduzione dei costi derivati;
- Abolire il ricorso alla contenzione;
- Rallentare il declino delle capacità funzionali;
- Stimolare le capacità residue
- Stimolare la memoria remota dei pazienti nei riguardi delle loro attività precedenti, come ad esempio coltivare l’orto, accudire i fiori, passeggiare nel giardino, ecc.
- Compensare i deficit cognitivi e funzionali causati dalla demenza.
Lo spazio di cui la Casa Residenza Carlo Eppi dispone è di estensione relativamente limitata (260 mq), ed è composto da una area centrale (117 mq), in cemento, che costituisce il solaio di camere sottostanti in cui sono collocate le vasche idriche antincendio della Casa della Salute, e da strisce di terreno che circondano l’area centrale.
Il giardino Alzheimer sarà direttamente accessibile dalla porta della sala di animazione, tramite un percorso atto a creare una continuità tra interno ed esterno, che non genera disorientamento: interamente circondato da una recinzione, mimetizzata dalla siepe, in modo tale da non dare un effetto di chiusura, permetterebbe a tutti gli ospiti di muoversi in sicurezza, consentendone l’accesso, tramite un cancello controllato, anche a fragilità esterne, e impedendo allo stesso tempo l’ingresso a persone non autorizzate.
La letteratura medica e studi scientifici sull’Alzheimer, hanno evidenziato che il camminamento in un percorso circolare diminuisce o addirittura annulla lo stato di sofferenza, determinata dall’ansia provocata dalla mancanza di punti di riferimento, che paralizza e terrorizza le persone sofferenti; così, seguendo tali indicazioni, elemento centrale del giardino sarà un percorso ad anello che dalla struttura, seguendo il perimetro del giardino stesso, riporta l’anziano nuovamente alla struttura, in modo tale da garantire uno spazio sicuro per la deambulazione supportata dal corrimano, predisposto ai lati dell’intero percorso.
Il percorso sarà intervallato da aree di sosta attrezzate con panche, per sostenere i problemi di affaticamento; esse potrebbero essere protette da ampie vele, o collocate sotto un gazebo vegetale, al fine di garantire l’ombra anche nelle ore più soleggiate, e allo stesso tempo, circondate da fiori dalle tonalità forti, per essere facilmente individuate.
La vegetazione, in effetti, rappresenta una delle componenti principali del giardino, perché diventa uno strumento terapeutico, in quanto, stimolando i sensi dell’anziano, ne permette di contenere la riduzione delle capacità percettive particolarmente accentuata nei malati di Alzheimer; il verde, quindi, è realizzato secondo uno “zoning” che prevede la stimolazione dei cinque sensi. Il colore, come detto, viene utilizzato anche per orientare lungo il percorso, per cui si sceglieranno piante con fiori dai colori molto forti, disposte in gruppi monospecifici, localizzate in punti strategici del percorso, accentuandone talora gli effetti di colore, talora il profumo ed infine, la loro valenza tattile. Il percorso, così, proporrebbe alcune aree tematiche: “lo spazio del colore”, “lo spazio del tatto”, “lo spazio dell’olfatto”. La vegetazione, nel suo insieme, evoca, inoltre, il trascorrere del tempo con l’alternarsi delle stagioni, fornendo un efficace supporto al ridotto senso di orientamento temporale degli anziani.
In un’altra parte del giardino, nelle superfici a terreno nudo, si collocheranno alcune piante da frutto, ad altezza e produzione radicale ridotte, accessibili agli anziani, al fine di fornire un’ulteriore stimolo percettivo, oltre che visivo, olfattivo e tattile, nella cura e nella raccolta dei frutti: ciò renderebbe l’anziano protagonista del suo ambiente. In questa ottica, già nella primavera del 2017, in collaborazione con l’Associazione Orto Condiviso di Ferrara è stato realizzato, un progetto finalizzato ad alimentare negli ospiti la consapevolezza di essere soggetti attivi, per lo sviluppo di un orto nel cortile adiacente a Via De Amicis; si tratta di un orto di piante aromatiche ed ortaggi, collocati all’interno di bancali alti 90 cm, in modo tale da permetterne la coltivazione anche ai residenti che per la loro mobilità fruiscono di seggette mobili.