Al via il servizio dell’infermiere di famiglia e di comunità: le ‘sentinelle’ della salute per un’assistenza a tutto tondo sul territorio potranno effettuare anche le vaccinazioni pediatriche anti-Covid
Il progetto pilota dell’Azienda USL di Ferrara, attivato in via sperimentale per tre mesi con otto infermiere in servizio su cinque ambulatori in quattro zone di riferimento, è uno dei primi operativi in Italia e verrà successivamente implementato per coprire tutto il territorio provinciale ferrarese con 33 infermieri formati appositamente per questo ruolo.
Il servizio è stato presentato stamane durante una visita guidata che ha toccato le sedi degli ambulatori degli infermieri di famiglia e di comunità di via Cassoli, Cittadella San Rocco, Casa della Salute di Pontelagoscuro, via Gandini a cui si aggiunge la sede in via Medini a Barco.
Presenti la direttrice generale Monica Calamai, la direttrice della Direzione Infermieristica e Tecnica Marika Colombi, l'assessora alle Politiche Sociali Cristina Coletti, il direttore sanitario Emanuele Ciotti, il direttore del distretto Centro Nord Marco Sandri, la responsabile organizzativa di Cittadella San Rocco Valentina Marzola e la coordinatrice infermieristica Federica Bonamici.
In prima linea le infermiere Michela Bertolini, Simona Brina, Alice Ferri, Iris Punzetti, Marsela Gerveshi, Chiara Patrignani, Maura Berlese e Ilaria Ghelli, motivate a “diventare un punto di riferimento per le famiglie e per l’intera comunità”.
"Vedere un impegno così importante sul territorio da parte dell'AUSL, in un servizio in cui Ferrara sarà antesignana in regione e in buona parte d'Italia, è entusiasmante – osserva l’assessora Cristina Coletti -. La figura dell'infermiere di famiglia e di comunità è determinante in particolare per lo stretto rapporto con il sociale, al fine di una presa in carico il più possibile a tutto tondo dell'utente, sia in ottica di cura sia in ottica di prevenzione. Da parte dell'amministrazione comunale c'è grande disponibilità a lavorare insieme per migliorare i servizi al cittadino facendo dialogare sanitario e sociale, a partire dall'istituzione di un tavolo di condivisione a supporto di queste attività così preziose sul territorio".
“Gli infermieri di famiglia e comunità sono le nostre ‘sentinelle della salute’, che fanno da collante tra il territorio e i servizi sociosanitari – dichiara la direttrice Monica Calamai -. Una figura nuova, aggiuntiva, per fare rete sul territorio attraverso un lavoro multidisciplinare e di qualità, andando a casa delle famiglie, nelle scuole, prendendo contatto con le associazioni locali. Gli sviluppi e le potenzialità sono molteplici, in stretto raccordo con il Comune che ringraziamo per la disponibilità dimostrata”.
“Dopo un’attenta selezione durante i due corsi di formazione, le prime infermiere entrano in servizio con motivazione e competenze nuove – aggiunge la dottoressa Marika Colombi -, in vista del master di primo livello che partirà a febbraio a Unife. Siamo tra i primi in Italia anche per la ricerca qualitativa nel misurare gli standard, che prevedono un infermiere di famiglia e comunità ogni 2mila abitanti”.
L’infermiere di famiglia e di comunità svolge il suo ruolo assistenziale in particolare nell’ambito dei nuclei famigliari, sia al domicilio del paziente, sia in ambulatorio o nelle strutture intermedie e di lungodegenza in cui viene ricoverato.
Una modalità importante al fine di garantire la massima offerta con percorsi protetti dedicati e per mettere a frutto le potenzialità di questa nuova figura fondamentale soprattutto nell’ottica di una medicina del territorio sempre più forte e proattiva, che significa presa in carico più completa e a tutto tondo per l’utente, a partire dal suo domicilio (ma non solo). Un approccio peraltro previsto sia nel Piano Sanitario della Regione Emilia Romagna sia nel Piano Nazionale di Rilancio e Resilienza (Pnrr) del Governo.
Sul fronte operativo, per ogni paziente viene predisposto un piano assistenziale personalizzato e quindi mirato ad una presa in carico complessiva e a tutto tondo, che va dalla prevenzione, alla cura e agli aspetti riabilitativi. Il professionista lavora in stretto raccordo col servizio di assistenza domiciliare, con il medico di famiglia dell’assistito e con le altre figure professionali che lo hanno in carico.
L’infermiere di famiglia e di comunità si denota dunque come un professionista che, per queste sue caratteristiche, si attaglia molto bene alla realtà socio-territoriale del Ferrarese per offrire supporto e sostegno affinché cittadini, familiari e caregiver possano trovare soluzioni ai loro problemi.
Il servizio può essere attivato direttamente dal cittadino, dal medico di medicina generale o dal pediatra di libera scelta, tramite accesso diretto in ambulatorio, e-mail e contatto telefonico.
E per garantire fin da subito una risposta capillare alla cittadinanza legata al Covid-19, gli ambulatori saranno attivati anche per le vaccinazioni pediatriche. A partire dal 16 dicembre anche le infermiere di famiglia e di comunità potranno quindi supportare la somministrazione del vaccino anti-Covid ai bambini dai 5 agli 11 anni, con programmazione che verrà resa nota. È in corso di valutazione anche il supporto per il tracciamento nelle scuole con l’esecuzione dei tamponi.
Per ulteriori informazioni su servizi offerti, modalità di attivazione, orari e contatti, è possibile consultare il sito www.ausl.fe.it/infermiere-di-famiglia-e-comunita/.