Densitometria Ossea
Ferrara, 20 Maggio 2010. La Direzione dell’Azienda USL di Ferrara desidera rispondere -per l’ennesima volta, cinque, infatti, sono le risposte, più o meno simili, date negli ultimi tre anni- ad un cittadino indignato per i lunghi tempi d’attesa dell’esame di Densitometria Ossea che misura la massa ossea per la diagnosi di osteoporosi.
La Direzione deve ribadire, per l’ennesima volta, che, in larga misura, questo esame è inutile e che, in ogni caso, le linee guida della Regione Emilia Romagna ne prevedono l’appropriatezza temporale di non meno di 18 mesi.
La legislazione italiana (DPCM 29/11/2001 ripreso dal DPM 05/03/2007, n.d.r.), stabilisce, infatti, che la Densitometria Ossea sia “parzialmente esclusa dai Livelli Essenziali di Assistenza” stabiliti dal Ministero della Salute.
Questo, significa che l’esame può essere erogato dal Servizio Sanitario Nazionale esclusivamente ad alcuni soggetti con condizioni patologiche particolari come:
• Precedenti fratture da fragilità ossea.
• Terapie croniche con cortisonici, antiepilettici, immunosoppressivi, chemioterapici, ecc.
• Patologie a rischio di osteoporosi come anoressia, celiachia, fibrosi cistica, insufficienza renale cronica, leucemia, ecc.
• Menopausa precoce prima dei 45 anni
• Eccessiva magrezza.
• Eccessivo abuso di fumo ed alcol, ecc.
Per questi soggetti il primo esame è sempre fornito entro 60 giorni.
Le densitometrie ossee di controllo, agli stessi soggetti, sono erogabili dal Servizio Sanitario Nazionale, solo se eseguite 24 mesi dopo il precedente esame (DPCM 29/11/2001), con il DPCM del 5 marzo 2007 questo limite è stato abbassato a “non prima dei 18 mesi”.
Il significato di uno spazio temporale comunque ampio tra un esame e l’altro è dovuto alla lenta e progressiva perdita di massa ossea a cui tutti i soggetti vanno incontro.
Dall’articolo non si evince l’età della paziente e perché gli è stata prescritta una densitometria a cadenza annuale, ma, è opportuno ricordare che avere un’età maggiore dei 65 anni non è un criterio sufficiente d’ammissione all’esame, perché devono essere presente, contemporaneamente, un’anamnesi severa di osteoporosi familiare, un inadeguato apporto di calcio, abuso di fumo ed alcol.
I tempi lunghi, con cui è stato programmato l’esame alla paziente, fanno pensare che non rientrasse in nessuno dei precedenti criteri di ammissione per i quali l’esame è erogabile dal SSN; comunque, è prassi consolidata fornire a tutti gli utenti un appuntamento nei limiti delle potenzialità del servizio.
L’Azienda USL, periodicamente, ricorda a tutti i Medici prescrittori i criteri di ammissione alle densitometrie, ricordando d’identificare nella ricetta la classe di appartenenza del paziente e di formulare con chiarezza il quesito diagnostico.
È opportuno ricordare che dopo un audit-controllo eseguito su alcune Aziende Sanitarie, la Regione Emilia Romagna ha ribadito che:
• La Densiometria Ossea non è utile come screening della popolazione, in quanto il 50% delle fratture da fragilità ossea si verificano in soggetti in cui l’esame è risultato negativo.
• La riduzione di massa ossea è asintomatica, i dolori ossei sono dovuti a fenomeni osteo-artrosici.
• Le densitometrie ossee inappropriate assorbono il 38% delle risorse umane e tecnologiche.