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Continuità Assistenziale di Comacchio dotata di un'altra auto aziendale in attesa del nuovo automezzo

pubblicato il 26/03/2013 16:50, ultima modifica 26/03/2013 17:15
Le precisazioni del direttore del distretto sud est, Sandro Guerra su quanto sostenuto da Tiziana Gelli, presidente del “Tribunale dei diritti del malato”

A seguito degli articoli apparsi oggi (martedì 26 marzo 2013 n.d.r.) sui quotidiani locali la Direzione del distretto sud est intende intervenire con alcune doverose precisazioni in merito a quanto sostenuto da Tiziana Gelli, presidente del “Tribunale dei diritti del malato”.

L’auto già in dotazione alla Continuità Assistenziale di Comacchio è attualmente in fase di sostituzione. In attesa del nuovo automezzo, da oggi, si è provveduto a dotare la guardia medica di un’altra auto aziendale.

Si precisa che, l’Accordo di Lavoro Nazionale dei Medici di Continuità Assistenziale firmato da ogni medico all’inizio del rapporto di lavoro, contempla l’utilizzo della propria auto al fine di garantire la continuità del servizio, in caso di indisponibilità di un mezzo aziendale. L’Accordo prevede, infatti, il rimborso completo di un litro di benzina verde per ogni ora di turno (art.72 comma 2°) e prevede, inoltre, una completa copertura assicurativa kasko a carico dell’Azienda (art. 73).
L’utilizzo del veicolo proprio da parte dei medici di continuità assistenziale impegnati su tutto il territorio provinciale è una prassi necessaria per far fronte alle esigenze di manutenzione e revisione dei veicoli aziendali in quanto non è sempre possibile recuperare in tempi brevi un veicolo aziendale sostitutivo in quanto non si dispone di un oneroso parco automezzi peraltro non previsto dall’Accordo nazionale.
In base a queste considerazioni, nessuna giustificazione per il Medico di Continuità Assistenziale in turno a Comacchio, se realmente non si è recato a domicilio del paziente. Per chiarire ciò l’Azienda ha già attivato il proprio sistema di verifica ed in caso di riscontro positivo seguirà un inevitabile provvedimento disciplinare.

Infine, relativamente a quanto segnalato dalla Sig.ra Gelli in merito alle lamentele segnalate da alcune donne gravide che hanno ricevuto la richiesta di pagamento da parte dell’Azienda USL per i tracciati prescritti dai ginecologi, benché in passato fossero gratuiti, è opportuno specificare che per quanto riguarda il monitoraggio cardiotocografico di fine gravidanza (tracciato cardiografico del battito cardiaco fetale) non è avvenuto nessun cambiamento delle disposizioni di legge. Da sempre è previsto che alcuni esami in gravidanza non vengano riconosciuti come gratuiti, ma prevedano il pagamento del ticket. Nella fattispecie le indagini cardiotocografiche prima della 40 settimana di gravidanza fisiologica (finalizzate al benessere fetale), possono essere effettuate in accordo tra medico e paziente, ma sono soggette a ticket; dopo la 40 settimana sono gratuite, in quanto finalizzate al parto. L’Azienda USL ha richiamato il completo rispetto delle norme di legge su tutto il territorio provinciale.

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