Nessun caso di turbercolosi tra il personale di Polizia e i migranti arrivati recentemente
Con riferimento a quanto pubblicato sulla stampa locale il 15 luglio 2014, relativamente al verificarsi di casi di tubercolosi nel personale della Polizia impegnato nella gestione dei migranti recentemente giunti nel nostro territorio si precisa quanto segue.
Allo stato attuale non ci sono evidenze di casi di malattia fra il personale della Polizia, così come non si sono evidenziati casi di malattia fra i soggetti di recentissima immigrazione, questi ultimi sottoposti a valutazione clinico radiologica con esito negativo.
In base a quanto previsto dai programmi di controllo della diffusione della Tubercolosi tutto il personale della Polizia impegnato nelle operazioni di gestione dei migranti, è stato sottoposto a controlli con il test cutaneo alla tubercolina. Mentre gli immigrati sono stati sottoposti a controllo clinico - radiologico volto ad escludere la presenza della malattia con esito negativo.
La malattia, infatti, può essere efficacemente contenuta con adeguati programmi di controllo, come indicato nelle Linee Guida specifiche e nei Documenti sanitari, ultimo dei quali il Documento del Ministero della Salute “Prevenzione della tubercolosi negli operatori sanitari e soggetti ad essi equiparati”.
Si ricorda che la tubercolosi è una malattia con bassa capacità infettiva e si trasmette prevalentemente per via aerea.
Nei paesi industrializzati la tubercolosi è una patologia relativamente poco frequente, ma che richiede trattamenti specifici e di lunga durata in confronto alla maggior parte delle altre malattie infettive.
Tali programmi si basano sulla valutazione del grado di circolazione, nella comunità, del bacillo tubercolare e si applicano a particolari categorie di soggetti compresi coloro che sono venuti a contatto con una persona ammalata di tubercolosi.