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Ri - Troviamoci al CaFè - a Bondeno attivo uno spazio di incontro per persone con disturbi della memoria e altre patologie cognitive

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pubblicato il 26/09/2014 17:16, ultima modifica 26/09/2014 17:16
Da lunedì 29 settembre 2014 al Centro 2000 di Bondeno iniziano le attività del CaFè della Memoria - luogo di incontro e attività per persone con disturbi della memoria e per i loro famigliari

Presentata in conferenza stampa l’attivazione  a Bondeno del “Cafè della Memoria” e dell’ambulatorio dedicato alle persone con disturbi cognitivi. Entrambi fanno parte del “progetto Demenze” che  l’Azienda USL di Ferrara con la collaborazione del Comune di Bondeno e dell’Associazione Alzheimer “Francesco Mazzuca” hanno messo in campo per sostenere e migliorare la qualità della vita delle persone con disturbi della memoria,  così come quella dei loro famigliari - Un’ulteriore tassello che va ad implementare i servizi socio sanitari che finalmente sono di nuovo presenti sul territorio di Bondeno dopo il terremoto -  E’ infatti quanto ha ricordato Mauro Manfredini, direttore del Distretto Ovest dell’Azienda USL di Ferrara. L’ambulatorio per i disturbi cognitivi, già operativo prima del sisma a Bondeno, era stato poi spostato nel comune di Cento. Anche se non si è mai fermata la sua attività di presa in carico dei pazienti con questo tipo di disturbi, dal 4 settembre scorso è di nuovo operativo all’interno della Struttura Sanitaria Borselli. Ora, anche con l’avvio da lunedì 29 settembre del Cafè della Memoria al Centro 2000 di Bondeno,” si realizza un ulteriore passo per il completamento di una rete di attività che dal 2010 si è progressivamente estesa in tutte le aree della provincia di Ferrara.

Soddisfazione anche da parte della Vicesindaco del Comune di Bondeno, Cristina Coletti, che ha evidenziato come risultati importanti come la realizzazione di uno spazio di incontro e di attività rivolto alle persone con questo tipo di disturbi,  così come il sostegno dei loro famigliari attraverso professionisti qualificati,  sia possibile grazie alla collaborazione e al coinvolgimento di più interlocutori presenti sul territorio locale, in questo caso tra Amministrazione Comunale, Azienda Sanitaria e il Settore del Volontariato. Tutelare le condizioni di fragilità e contrastare l’isolamento, come molto spesso avviene nelle famiglie che devono affrontare queste patologie, diventa una condizione che va sicuramente a beneficio di tutta la collettività. Il Cafè della Memoria, attraverso la disponibilità di luoghi, strumenti ed occasioni di incontro per il sostegno di chi si prende cura di anziani affetti da disturbi cognitivi (caregiver), è condizione di inclusione sociale e può quindi migliorare la qualità della vita sia delle stesse persone malate che dei loro famigliari.

- Finalmente le famiglie possono andare ad incontri programmati con il proprio paziente, senza doverlo lasciare a casa con apprensione e angoscia  - è infatti quanto ha ricordato Candida Andreati, direttore Lungodegenza Post Acuzie dell’Azienda USL che ha spiegato poi nel dettaglio come funzionano gli incontri al Cafè della Memoria. Gli incontri servono infatti sia ai pazienti che ai caregiver. I caregiver durante questi incontri possono discutere i diversi problemi che devono affrontare al proprio domicilio, possono essere aiutati per trovare soluzioni,  ma soprattutto possono prendersi una “pausa dalla malattia”. In questo caso saranno seguiti da professionisti di diverse discipline, come lo psicologo, l’assistente sociale, l’avvocato, l’infermiere e il geriatra. Nessuna figura è infatti preclusa all’interno del Cafè. In base ai problemi che vengono posti dai partecipanti, volta per volta, si valuta quali professionisti è necessario siano presenti agli incontri successivi. Allo stesso tempo, altri operatori organizzeranno per i pazienti momenti di animazione o lavori manuali che hanno lo scopo di stimolare l’attività cognitiva dei partecipanti.

Per Alessandro Pirani, medico Geriatra e Presidente  Ass.ne “ F.Mazzuca” - Sono momenti di confronto ma anche di condivisione e di aggregazione che vogliono puntare l’attenzione sulla malattia, non solo da un punto di vista esclusivamente sanitario, ma da un punto di vista ben più vasto. Per questo il Cafè della Memoria è un luogo di sostegno con libero accesso anche per tutti coloro che vogliono capire e comprendere meglio cosa significa convivere con persone con disturbi della memoria -  E’ un modo per uscire dal cosi detto “ghetto” –. E’ quindi anche l’occasione per fare cultura su un argomento difficile da affrontare. La malattia vista sotto un duplice aspetto: la patologia che purtroppo peggiora con il passare del tempo, ma anche la necessità di sostenere allo stesso tempo i famigliari. I famigliari in questi casi diventano i “primi malati” in quanto si ritrovano a non avere strumenti per capire e per gestire la situazione. Quindi vicino all’intervento clinico assistenziale è fondamentale sviluppare una rete di supporto per i famigliari stessi che sono la prima risorsa da valorizzare. Questo sicuramente eviterà di sovraccaricare anche le  Istituzioni locali. Con l’Associazione di Alzheimer Francesco Mazzuca, si sta infatti cercando di andare proprio incontro ai bisogni di queste famiglie, cercando di fare in modo che i pazienti possano essere seguiti al meglio al proprio domicilio e dai propri famigliari.

 Finalità del Cafè della Memoria

Il “Cafè della Memoria” di Bondeno inizierà la sua attività il 29 settembre 2014. Le finalità generali del Cafè della Memoria, secondo le linee guida della Regione Emilia Romagna, riguardano l’inclusione sociale ed il miglioramento della qualità di vita delle persone con demenza e dei loro famigliari attraverso la disponibilità di luoghi, strumenti ed occasioni rivolti, da un lato al sostegno di chi si prende cura di anziani affetti da demenza, dall’altro direttamente alla persona malata.

 Nello specifico il Cafè persegue i seguenti obiettivi:

  • migliorare l’integrazione dei malati e dei loro famigliari nel territorio contrastando

l’isolamento e lo stigma e favorendo il confronto tra pari e momenti piacevoli;

  • favorire una domiciliarità sostenibile sia per il malato che per le famiglie, anche attraverso la conoscenza della rete dei servizi;
  • incrementare il sostegno ed il senso di sicurezza dei familiari grazie alla continuità e regolarità degli incontri;
  • promuovere l’apprendimento di strategie per la gestione dei disturbi psico-comportamentali;
  • ridurre lo stress dei caregiver dando risposte mirate alle loro proposte e alle loro esigenze informative;
  • promuovere la socializzazione e la stimolazione cognitiva nei malati;
  • trasmettere conoscenza della malattia a livello sociale creando cultura, utile anche alla diagnosi precoce.

 Modalità operative

Il modello del “CaFè della Memoria” per la provincia di Ferrara si basa sia sul modello del Meeting Center (M. R. Droees) che dell’Alzheimer Cafè (Bere Miesen). Nella nostra realtà, i malati e i famigliari verranno indirizzati al Cafè attraverso un lavoro sinergico di comunicazione e collaborazione tra i professionisti (Medici e Psicologi) degli ambulatori dedicati ai Disturbi Cognitivi, il coinvolgimento dei Servizi Sociali dell’Area Anziani e dell’amministrazione comunale di Bondeno e Cento.  

Il “Cafè” avrà frequenza mensile il lunedì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.30 e si svolgerà presso gli spazi della “Centro 2000” (via Matteotti 10 Bondeno). Nella sede le persone saranno accolte dal Coordinatore psicologo e dagli altri operatori presenti.

 

 

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