Differenze di rischio tumorale tra le province di Ferrara e Taranto
Per ogni problema complesso c’è una soluzione semplice. Ed è sbagliata. (Umberto Eco).
In riferimento alle differenze di rischio tumorale fra le province di Ferrara e Taranto pubblicate dal quotidiano on-line di estense.com come “studio shock” (in realtà una comparazione di dati di pubblico dominio) si ritiene possa essere utile alla riflessione sottolineare alcuni elementi.
Quando si parla di “cancro” ci si riferisce in realtà a un consistente numero di lesioni molto eterogenee, con fattori di rischio molto diversi e frequenza nella popolazione dipendente da cause molteplici (rischi biologici, presenza di screening organizzati e spontanei, età media della popolazione e così via). E’ perciò fuorviante utilizzare, nei confronti geografici, la frequenza di “tutti i tumori”, in relazione ai rischi derivanti da inquinamento ambientale.
Il carcinoma polmonare ha strettissimi rapporti con quello che si respira e può essere invece, come espresso nell’articolo, un buon indicatore (insieme a molti altri anche non riguardanti i tumori) di una certa esposizione a determinati rischi. Va evidenziato che i dati presentati, riferiti dai rispettivi Registri tumori, sono dati relativi a due intere province (e non alle città di Ferrara e Taranto) e rappresentano perciò realtà eterogenee anche al loro interno. Ciò detto è noto da tempo: esistono dati pubblicati fin dai primi anni ’90 che segnalano, per la provincia di Ferrara, uno dei più alti tassi di incidenza per carcinoma del polmone a livello internazionale. Ed è altrettanto noto in Italia un gradiente nord-sud che vede appunto una maggiore concentrazione di tumori nelle aree settentrionali. Non è peraltro possibile ricondurre questi valori ad un'unica fonte inquinante, nemmeno in territori limitrofi. Pur con l’ormai tristemente noto carico di inquinamento prodotto dall’Ilva, Taranto vede, ad esempio, un rischio di tumori polmonari notevolmente inferiore a quello registrato in provincia di Lecce (Rapporto Registro tumori Puglia, 2014).
Tutta la letteratura internazionale ha da decenni sancito in maniera inconfutabile il rapporto tra fumo di sigaretta e cancro (non solo polmonare): circa il 90% dei tumori polmonari sono riconducibili a questo fattore di rischio e oltre il 33% del totale dei tumori è ascrivibile al fumo, contro un valore medio del 4-5% di altri fattori ambientali e occupazionali (American Association for Cancer Research, 2012). Queste ultime e alcune malattie infiammatorie croniche producono peraltro una moltiplicazione del rischio nei fumatori.
Tenendo conto che un tumore ha una genesi biologica che precede di almeno 10-15 anni la diagnosi clinica, sappiamo ad esempio, dalle indagini multiscopo ISTAT degli scorsi decenni, che in provincia di Ferrara il tasso di fumatori è stato per lungo tempo superiore alla media nazionale. Una recentissima indagine dell’Azienda USL di Ferrara sulle scuole di secondo grado della nostra provincia rivela che, pur con medie di fumatori “abituali” lievemente inferiori a quelle dell’Emilia-Romagna, il numero di ragazzi ferraresi che hanno consumato tabacco almeno una volta è superiore ai valori regionali e nazionali, che le ragazze fumano più dei ragazzi e che hanno una più ridotta percezione del rischio (Giovani profili, Azienda USL Ferrara, 2015). In tutta Italia (e non solo) i tumori del polmone presentano, da anni, una costante decrescita nei maschi, a fronte di un altrettanto costante aumento nelle femmine. Il che porta evidentemente a considerare come i rischi legati ad abitudini personali (fumo) abbiano un peso maggiore rispetto a una condivisa esposizione a inquinanti ambientali, che agisce peraltro come fattore aggravante.
Per limitare fortemente il rischio nei confronti di questo tumore esistono strategie estremamente efficaci e di breve periodo: non iniziando a fumare o smettendo di fumare il rischio si riduce drammaticamente e in breve tempo (per gli ex fumatori). Le strategie più complesse e di più lungo periodo, da non considerare naturalmente in concorrenza con le prime, riguardano naturalmente una diversa cultura di uso delle risorse e dell’ambiente, da un punto di vista personale, sociale, economico e altro ancora.
La pubblicazione da parte dei Registri tumori dei dati correnti assolve ad un diritto informativo della cittadinanza e delle istituzioni sicuramente molto importante. E’ però essenziale che la conoscenza venga approfondita criticamente, alla luce delle evidenze scientifiche, e possa promuovere atteggiamenti di prevenzione che, a cominciare dal livello personale (fumo, alimentazione, adesione ai programmi di screening) presentano al momento margini migliorabili anche per la popolazione ferrarese.
Ferrara, 14.01.2016
Il Direttore Registro Tumori Area Vasta Emilia Centrale (AVEC)
Dr. Stefano Ferretti