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Il 118 scende in Piazza. Per salvare una vita metti le mani sul cuore

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pubblicato il 14/10/2015 18:10, ultima modifica 14/10/2015 18:10
Appuntamento sabato 17 ottobre in Piazza Savonarola a Ferrara e domenica 18 ottobre in Piazzale della Rocca a Cento

Per il terzo anno consecutivo, l’Azienda USL di Ferrara aderisce a “Viva! La settimana per la rianimazione cardiopolmonare” in programma in tutta Europa dal 12 al 18 ottobre 2015. Le iniziative in programma a Ferrara e provincia che rientrano nella settimana nazionale “Viva 2015”prendono il nome de “Il 118 scende in Piazza. Per salvare una vita metti le mani sul cuore”. Sono due gli appuntamenti messi in campo per promuovere e far conoscere le manovre del massaggio cardiaco tra la popolazione. Si parte sabato 17 ottobre alle ore10 in Piazza Savonarola a Ferrara e si conclude con l’evento in programma a Cento in Piazzale della Rocca domenica mattina alle 10. Durante le mattine di sabato e domenica, rappresentanti ed autorità degli Enti Locali, sportivi, giovani studenti e cittadini saranno invitati a partecipare ad una breve esercitazione sulle tecniche del massaggio cardiaco su manichini con la supervisione degli istruttori del 118.

I due appuntamenti fanno parte del ciclo di iniziative messe in campo dall’Azienda USL di Ferrara che ha avuto avvio proprio lunedì 12 ottobre con il convegno che si è tenuto a Cento per affrontare il problema dell’arresto cardiaco durante l’attività sportiva e le misure di prevenzione da adottare. Questi i temi del convegno, organizzato dalla Cardiologia dell’Ospedale di Cento, che ha riscontrato notevole successo per la grande partecipazione dei rappresentati delle Società Sportive del territorio locale. Più di 160 infatti gli iscritti al convegno che hanno condiviso sia l’importanza  dei contenti portati dai diversi relatori, ma soprattutto le modalità comunicative adottate che hanno permesso di raggiungere allo stesso modo settori molto diversi tra loro. Tecnici dello Sport e professionisti della sanità a confronto per definire insieme quali soluzioni e strategie mettere in campo per migliorare e diffondere la “cultura del primo soccorso”, anello fondamentale nella catena della sopravvivenza.

Tra le riflessioni offerte ai numerosi partecipanti del mondo sportivo, ci si è concentrati su “La nuova sanità: l’Ospedale nel territorio” che si focalizza sulla concezione di “responsabilità collettiva” e “gestione della salute”, dove la conoscenza e la formazione dei cittadini sono l’elemento fondamentale per migliorare la salute e garantire l’appropriatezza del percorso di cura. Le istituzioni sanitarie sono impegnate a livello preventivo nella riduzione dei fattori di rischio, nella prevenzione della morte improvvisa da sport attraverso l’attività idonea svolta della rete territoriale di Medicina dello Sport, nello sviluppo della cultura dell’emergenza attraverso la formazione e la cultura dei singoli soggetti e nella riduzione dei fattori di rischio - possibile attraverso la promozione di corretti stili di vita, attività fisica, sana alimentazione. Tutto ciò all’interno del grande percorso condiviso di “costruzione della salute”.

Costruire la salute è infatti proprio il nome del Piano della Prevenzione 2015 - 2018 della regione Emilia-Romagna che, a partire dalla condivisione degli obiettivi di salute da parte di tutti gli interlocutori (istituzioni, associazioni e cittadini), pone la popolazione e gli individui al centro degli interventi previsti dal sistema di azione di promozione della salute e prevenzione. 

Il Decreto Balduzzi - oggetto di disamina nella giornata di ieri proprio perché affronta il tema della salute per chi pratica attività sportiva nelle diverse società sportive – inserisce aspetti che puntano alla diffusione di una cultura del primo intervento sull’arresto cardiaco, patologia che colpisce solo in Italia circa 60.000 persone ogni anno.

Un concetto che i relatori hanno ribadito è infatti proprio quello di promuovere a 360 gradi la cultura dell’intervento tempestivo da parte della popolazione che deve essere preparata, istruita e responsabilizzata: imparare ad eseguire il massaggio cardiaco è come riuscire a  “fermare il tempo” per la persona che ha avuto l’arresto, perché si permette al suo cuore di continuare a funzionare in attesa dell’arrivo del defibrillatore che comunque deve essere disponibile.

Se è pur vero che l’obbligo di dotarsi del defibrillatore semiautomatico e di personale adeguatamente preparato all’uso è già in vigore da febbraio 2014 per le società sportive professionistiche - mentre per le società sportive dilettantistiche invece il termine è fissato per febbraio 2016 - è bene ribadire che la dotazione della tecnologia adeguata è uno degli anelli della catena della sopravvivenza che deve andare però di pari passo con il saper eseguire il massaggio cardiaco.  L’incontro, in sintesi, ha rappresentato un primo momento di confronto, dialogo e formazione di chi si trova ad essere protagonista nel mondo dello sport: un mondo costituito da giovani e le nuove generazioni sono quelle su cui puntare per promuovere anche in tema arresto cardiaco la cultura della prevenzione e dell’intervento.

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