Influenza Aviaria: nella provincia di Ferrara non sono presenti focolai della malattia
L’influenza aviaria ad alta patogenicità di tipo H5N8, a partire dall’inizio di novembre 2016, ha causato in Europa a tutt’oggi 1094 focolai in 26 Paesi membri.
Dal 30 dicembre, 8 di questi focolai si sono verificati in Italia, dei quali 4 in singoli anatre selvatiche della provincia di Gorizia e 4 in allevamenti intensivi, nell’ordine: in tacchini in provincia di Venezia, in tacchini in provincia di Padova, in galline ovaiole in provincia di Rovigo, in tacchini in provincia di Parma.
Il Ministero della Salute, già dall’inizio dell’epidemia, ha diramato prescrizioni per l’intensificazione delle misure di biosicurezza negli allevamenti avicoli e degli interventi di sorveglianza veterinaria, fra i quali ispezioni sulle misure di biosicurezza applicate, sospensione della caccia con l’uso di richiami vivi e campionamenti di monitoraggio per esami virologici e sierologici.
Le Regioni interessate dai focolai invece, hanno emanato provvedimenti di istituzione di zone di protezione e di sorveglianza, come previste dalla norma europea. Fra questi, quello conseguente al focolaio di Porto Viro in provincia di Rovigo che coinvolge la provincia di Ferrara con i Comuni di Goro e Mesola, ove non sono presenti allevamenti avicoli intensivi.
Ad oggi, si segnala che in provincia di Ferrara non sono presenti focolai della malattia. Il Servizio Veterinario dell’Azienda USL è comunque impegnato, oltre nell’ordinaria attività di monitoraggio degli allevamenti attraverso campionamenti, anche in controlli straordinari negli allevamenti avicoli funzionalmente collegati alle sedi di focolaio, negli allevamenti che abbiano comunicato aumenti della mortalità e negli allevamenti che inviano i propri animali alla macellazione.
Al fine di prevenire la trasmissione della malattia gli allevamenti sono tenuti a rispettare idonee procedure proprio per evitare l’eventuale introduzione della malattia. I veicoli e le persone provenienti o diretti ad allevamenti avicoli sono infatti tenuti a rispettare idonee norme igieniche, fra le quali il lavaggio e la disinfezione degli autoveicoli ed il loro utilizzo ristretto alle diverse zone sanitarie. Ogni mortalità di pollame o uccelli selvatici deve essere segnalata al Servizio Veterinario dell’Azienda USL. Inoltre deve essere mantenuta una netta separazione tra il pollame domestico e quello selvatico, sia a livello commerciale (per le aziende che vendono animali e prodotti) che rurale (chi alleva per sé). In particolare, gli animali presenti negli allevamenti all’aperto devono essere tenuti all’interno di capannoni. Nel caso in cui ciò non sia possibile, le aree di alimentazione e abbeveraggio del pollame non devono essere accessibili ai volatili selvatici. Su tutto il territorio regionale è vietato lo svolgimento di fiere, mostre e mercati con avicoli.
Da nessuno degli oltre mille focolai segnalati in Europa sono giunte finora informazioni riguardanti l’occasionale trasmissione del virus influenzale all’uomo.