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L’applicazione del “Primary Nursing” all’AUSL di Ferrara

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pubblicato il 04/06/2015 13:55, ultima modifica 05/06/2015 13:51
A maggio 2015 visita da parte di una delegazione ferrarese al nuovo ospedale dell’ASL di Biella che utilizza questo modello di assistenza infermieristica e giornata di lancio del progetto aziendale dedicato

Foto di gruppo delegazione da Ferrara "Primary Nursing"Dodici professionisti - tra coordinatori ed infermieri dell’Azienda USL e del Collegio IPASVI di Ferrara - hanno potuto osservare l’esperienza biellese di assistenza infermieristica “Primary Nursing” basata sulla teoria dell’infermiere di riferimento. A fine maggio, la delegazione di 12 persone ha fatto visita all’Ospedale degli Infermi di Biella per osservare sul campo l’applicazione del “Primary Nursing”.
Si tratta di un modello di assistenza infermieristica che l’ASL biellese ha introdotto in forma sperimentale nel 2006, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. All’epoca, l’Azienda Sanitaria Locale di Biella fu tra le prime in Italia ad approntare questo modello, che prevede la presa in carico del paziente da parte di un singolo infermiere, il quale diventa operativamente responsabile del percorso assistenziale del paziente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per tutta la durata della degenza.

“Ciò che abbiamo visto al “Degli Infermi” ci ha reso consapevoli del fatto che il modello è applicabile ed estendibile a tutti i reparti ospedalieri - afferma Marika Colombi, responsabile assistenziale del Dipartimento Medico e Chirurgico della Direzione Infermieristica e Tecnica ospedaliera dell’AUSL di Ferrara - Inoltre, osservando l’esperienza sul campo ci siamo resi conti che, se sostenuto, questo percorso può elevare la professionalità dell’infermiere all’interno del presidio”.

La delegazione ferrarese, accolta da Antonella Croso, responsabile della Direzione delle Professioni Sanitarie, e da Claudia Gatta, coordinatore infermieristico del Dipartimento di Medicina dell’ASL BI, ha potuto toccare con mano l’applicazione del “Primary Nursing” e constatare quanto l’esperienza condotta sia, in tal senso, innovativa e, al tempo stesso, consolidata, grazie all’esperienza maturata negli anni.
La visita della delegazione fa seguito alla partecipazione dell’ASL BI a due convegni che si erano svolti proprio a Ferrara lo scorso anno.

A pochi giorni di distanza si è svolta anche la giornata di lancio del progetto della Direzione Infermieristica e Tecnica Ospedaliera AUSL Ferrara relativo al modello del Primary Nursing, dal titolo “Introduzione del primary nursing nelle piattaforme ospedaliere”.
Hanno preso parte all’apertura dei lavori il direttore sanitario Mauro Marabini ed il direttore Dipartimento Assistenza Ospedaliera, Silvano Nola. Ha moderato gli interventi Barbara Caselli, responsabile Direzione Infermieristica e Tecnica Aziendale (DIT). Cristiano Pelati, responsabile DIT Area Ospedaliera, ha definito gli obiettivi del progetto, che si inserisce nella più ampia riorganizzazione delle aree ospedaliere secondo il modello per intensità di cura e complessità dell’assistenza.

Gli obiettivi della giornata erano finalizzati alla:

  • Condivisione dei risultati conseguiti a seguito dell'applicazione del modello organizzativo del PN presso altre realtà aziendali;
  • Identificazione dei possibili outcome e degli ambiti d'intervento che richiedono un lavoro di approfondimento, riflessione, analisi, ricerca;
  • Costruzione di una rete a sostegno dello sviluppo del modello e per l'analisi e il trattamento dei problemi incontrati.
  • Il progetto complessivamente comprenderà diverse fasi formative orientate alla:
  • Acquisizione competenze tecnico-professionali sul modello organizzativo del primary nursing;
  • Acquisizione competenze di processo: favorire l'acquisizione di conoscenze e percorsi per la realizzazione del modello organizzativo del primary nursing;
  • Acquisizione competenze di sistema: Favorire la visione dell'evoluzione dell'assistenza infermieristica attraverso la realizzazione del primary nursing.


Il percorso a supporto dell’implementazione del modello del Primary Nursing avrà avvio da ottobre 2015 e proseguirà a tutto il 2016.

Le relazioni della giornata saranno a breve consultabili e scaricabili al link:  http://www.ausl.fe.it/azienda/organizzazione/progetti/ospedali-cura-assistenza/eventi-formativi/anno-2015-primary-nursing

28 maggio 2015 lancio progetto aziendale     28 maggio 2015 lancio progetto aziendale    28 maggio 2015 lancio progetto aziendale    28 maggio 2015 lancio progetto aziendale  28 maggio 2015 lancio progetto aziendale   28 maggio 2015 lancio progetto aziendale   

Primary Nursing: Il modello

Il primary nursing è un sistema di erogazione dell’assistenza che si focalizza sulla relazione paziente-infermiere e sugli importanti elementi della comunicazione e della continuità, essenziali per una pratica sicura; promuove il ruolo naturale dell’infermiere quale coordinatore dell’assistenza.
Come si può continuare a lavorare come 50 anni fa? Le esigenze dei cittadini, la formazione e le competenze dei professionisti sono cambiate, il contesto sanitario è in continua evoluzione e nei nostri reparti le attività assistenziali sono ancora vincolate ai compiti e alle funzioni. Questa situazione, diffusa nelle corsie italiane, non contribuisce al riconoscimento, da parte dei pazienti e dei loro famigliari, dell’infermiere quale professionista autonomo e responsabile, in grado di prendersi cura della persona e di pianificare il processo assistenziale ed educativo conseguente alla situazione clinico assistenziale accertata.
Per rispondere a questa esigenza dei professionisti e alla necessità di garantire cure di qualità ai pazienti nasce l’esperienza dell’implementazione del primary nursing, un modello per l’erogazione dell’assistenza infermieristica basata sulle relazioni e guidata dalle risorse. Lo studio e lo sviluppo del modello organizzativo denominato primary nursing risalgono alla fine anni Sessanta inizi anni Settanta negli Stati Uniti. L’infermiera che ha approfondito e sviluppato i concetti di cura legati al primary nursing è Marie Manthey.

Gli obiettivi del primary nursing sono: sostenere il personale infermieristico, riconoscere e conferire loro più autonomia, autorità e potere decisionale e fornire al paziente ed alle loro famiglie un’assistenza personalizzata sia dal punto di vista umano che professionale. Il primary nursing è in grado di restituire all’infermiere ciò che gli compete. Il primary nursing è un sistema di erogazione dell’assistenza che si focalizza sulla relazione paziente-infermiere e sugli importanti elementi della comunicazione e della continuità, essenziali per una pratica sicura. Il primary nursing sostiene la pianificazione assistenziale con gli altri specialisti, essenziale in un sistema di erogazione dell’assistenza basato sul lavoro di team e si oppone alla centralizzazione del sistema decisionale, contribuendo alla diffusione della delega.

L’intuizione di Manthey fu quella di assegnare la responsabilità nelle 24 ore a tutto il personale infermieristico, ogni infermiere aveva un piccolo gruppo di pazienti nei confronti dei quali doveva pianificare gli interventi assistenziali da attuare e sorvegliare anche in sua assenza. Il modello del primary nursing si basa su quattro elementi cardine che sono:

  • l’attribuzione e l’accettazione da parte di ciascun individuo della responsabilità personale nel prendere decisioni;
  • l’assegnazione dell’assistenza quotidiana secondo il metodo dei casi (case method);
  • la comunicazione diretta da persona a persona;
  • una persona operativamente responsabile per la qualità dell’assistenza erogata ai pazienti di un reparto 24 ore al giorno, sette giorni alla settimana.

L’attribuzione di responsabilità del processo assistenziale di un paziente ad un infermiere è il vero “core” del modello del primary nursing. In questo modello un infermiere è il responsabile delle cure infermieristiche di un determinato paziente dall’ammissione alla dimissione. L’infermiere di riferimento è il detentore delle informazioni riguardanti il paziente e il responsabile della trasmissione totale o parziale di tali informazioni. L’infermiere di riferimento per le cure è colui che presta assistenza diretta, ma ha anche la responsabilità dell’assistenza indiretta e della gestione organizzativa delle cure.

Nel secondo elemento cardine Manthey descrive come avviene la costruzione ottimale del binomio paziente/infermiere. Il Case Method ha come obiettivo principale quello di migliorare la corrispondenza tra i bisogni manifesti o potenziali del paziente e le abilità degli operatori. I principali criteri da tenere in considerazione per l’assegnazione dei pazienti agli infermieri di riferimento sono:

  • i bisogni assistenziali rilevati attraverso la fase di assessment infermieristico all’ingresso;
  • le capacità/competenze e i punti di forza dei professionisti che compongono l’equipe assistenziale.

L’assegnazione secondo il case method mette al centro del processo di assistenza il paziente e non l’organizzazione, in base ai bisogni del paziente stesso, l’organizzazione si adatta. Il modello del primary prevede sostanzialmente l’abbattimento della piramide comunicativa e i filtri tra operatori/operatori ed operatori/paziente: chi a vario titolo interviene nel processo di cura di un determinato paziente comunica direttamente con gli altri professionisti responsabili delle cure.

Abbattendo i filtri della comunicazione le informazioni riguardanti le cure si approfondiscono e si accentrano sui bisogni del paziente. I professionisti, infermieri, medici, fisioterapisti, dietisti si incontrano fra loro e discutono direttamente del piano di cura del paziente. Nel modello del primary nursing la responsabilità per ogni paziente è affidata in modo continuativo ad un infermiere di riferimento dall’ammissione in ricovero alla dimissione.

Il modello integra nella figura dell’infermiere di riferimento il ruolo di erogatore dell’assistenza e il ruolo di pianificatore delle cure. L’infermiere di riferimento pianifica le attività assistenziali nella documentazione determinando una linea di continuità nel percorso di cura. L’infermiere associato che sostituirà nella turnistica l’infermiere di riferimento dovrà continuare quanto pianificato dall’infermiere di riferimento, mantenendo la sorveglianza sulle problematiche aperte.

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