Regione: nuovo accordo con i sindacati per la stabilizzazione di 400 medici
Negli ultimi due anni, nel sistema sanitario dell’Emilia-Romagna sono già state assunte a tempo indeterminato oltre 4.300 persone (esattamente 4.339): 1.904 nel 2015, 2.013 nel 2016 e altre 422, anche negli ultimi mesi, quale quota parte di nuove assunzioni oltre la copertura del turnover e le stabilizzazioni previste. Medici, infermieri, ostetriche, tecnici e operatori sanitari che sono stati immessi in corsia, nelle strutture e nei servizi sul territorio con l’obiettivo di alzare ulteriormente la qualità delle prestazioni fornite e portare a termine progetti specifici come quello sulla riduzione delle liste d’attesa per visite ed esami. Numeri - illustrati questa mattina alla stampa - che la Regione è riuscita a raggiungere a seguito di accordi con i sindacati e stanziando 25 milioni di euro per stabilizzazioni, conferme dei contratti in essere, nuove assunzioni e copertura del turnover al 90%, percentuale unica in Italia.
Le assunzioni hanno interessato tutto il territorio regionale. In particolare: 1.160 a Bologna, di cui 742 all’Ausl, 334 all’Azienda ospedaliera e 84 all’Istituto Ortopedico Rizzoli (Ior); 1.119 all’Ausl Unica della Romagna; 226 all’Ausl di Piacenza; 542 a Parma (253 all’Ausl e 289 all’Azienda ospedaliera); 348 a Reggio Emilia (204 all’Ausl e 144 all’Azienda ospedaliera); 499 a Modena (327 all’Ausl e 172 all’Azienda ospedaliera); 280 a Ferrara (177 all’Ausl e 103 all’Azienda ospedaliera); 165 all’Ausl di Imola.
Un piano di rafforzamento del personale che prosegue. La Regione ha infatti siglato con le organizzazioni sindacali (in questo caso rappresentative della Dirigenza medica, veterinaria, sanitaria, della Dirigenza professionale, tecnica e amministrativa e dell’Area convenzionata) il terzo accordo in pochi mesi, che da qui al 2019 consentirà di assumere,sempre a tempo indeterminato, 400 medici e dirigenti sanitari in tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna, di cui circa 80 già quest’anno.
Un’intesa che si aggiunge alle due già sottoscritte nei mesi scorsi. Risalgono infatti al 19 settembre e al 28 novembre 2016 gli accordi firmati rispettivamente con i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil e le rappresentanze della Dirigenza medica dipendente e convenzionata delle Aziende sanitarie, per stabilizzare o immettere in servizio 2.581 operatori, con un dato finale che è stato ancora superiore.
“Numeri straordinari e che rendono bene l’idea di che cosa significa, per noi, investire sulla sanità pubblica, sul nostro sistema sanitario regionale- ha sottolineato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini-. Lo abbiamo fatto da subito e non ci fermeremo, perché l’obiettivo è uno solo: dare ai cittadini servizi sempre migliori. E poiché la qualità di un sistema sanitario la si fa anche a partire dalla quantità del personale, preparato e professionale, che ci lavora, siamo davvero orgogliosi di questo risultato, di portata unica in Italia. Grazie alle tre intese siglate con i sindacati e a un investimento di 25 milioni di euro, in due anni e mezzo di lavoro abbiamo stabilizzato e assunto migliaia di nuovi professionisti, e praticamente azzerato le liste d’attesa per visite ed esami. All’investimento sul personale si aggiungono poi 150 milioni di euro destinati all’edilizia sanitaria e all’ammodernamento degli strumenti diagnostici e di cura. Anche così- ha concluso Bonaccini- traduciamo in realtà quel Patto per il lavoro siglato a inizio mandato che ha come capisaldi le politiche occupazionali attive e le politiche per la valorizzazione professionale. E una cosa è certa: gli investimenti straordinari che abbiamo fatto in sanità non si fermano qui, per continuare a innovare un modello di welfare che già pone l’Emilia-Romagna ai vertici nazionali e internazionali”.
“Se il nostro sistema sanitario rappresenta un’eccellenza, non solo in Italia, lo dobbiamo anche all’impegno e alla competenza di tutti coloro che vi lavorano: medici, infermieri, ostetriche, tecnici, operatori- ha affermato l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Abbiamo quindi scelto di investire sul personale, stringendo con i sindacati e i rappresentanti della dirigenza medica accordi importanti, conclusi tra l’altro in tempi rapidi. I risultati sono quelli che oggi presentiamo, e che siamo addirittura riusciti a incrementare rispetto a quanto ci eravamo prefissati. Non solo non vogliamo chiudere alcun ospedale- ha aggiunto Venturi- ma continueremo a lavorare fino all’ultimo per qualificare, specializzare, irrobustire ulteriormente la nostra sanità, rispettando un impegno preso a inizio mandato che stiamo mantenendo e rilanciando”.
Il nuovo accordo
In base all’ultimo accordo, tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna nel triennio 2017-2019 dovranno ridurre dell’80% il lavoro atipico, cioè non con rapporto di dipendenza e pertanto precario, del personale medico e dirigente sanitario, programmando tale riduzione in quote annue non inferiori al 20% per il 2017 e al 30% sia per il 2018 che per il 2019. Vale a dire che saranno stabilizzati circa 400 medici ora inquadrati con contratti libero professionali atipici, 80 già quest’anno. Il tutto grazie a nuovi investimenti della Regione, che si impegna a definire il quadro di risorse necessario a garantire la concreta attuazione dell’accordo.
Criteri e modalità di stabilizzazione
La nuova intesa con i sindacati definisce anche i criteri e le modalità che le Aziende devono seguire per superare i contratti atipici: salvaguardia dell’occupazione; copertura dei posti vacanti; presa in carico delle criticità originate dall’applicazione della legge 161/2014 (“Disposizioni in materia di orario di lavoro del personale delle aree dirigenziali e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale”) rispetto all’articolazione dell’orario di lavoro, con particolare riguardo al personale precario impiegato in pronto soccorso e a quello reclutato nell’ambito dei programmi di riduzione delle liste di attesa.
Infine, nell’accordo si sottolinea che devono essere valorizzate le esperienze lavorative, in modo da non disperdere le competenze che si sono formate nel tempo, a tutela dei professionisti e dei pazienti.
Fonte: Regione Emilia-Romagna