Caldo e climatizzazione, l'invito dell'Energy manager all'uso consapevole degli impianti. Le indicazioni ministeriali
Gli impianti di climatizzazione autonomi, sia mobili, sia fissi, sono caratterizzati da un funzionamento a bassa inerzia.
Cosa significa?
Si può facilmente riscontrare che spegnendo il climatizzatore in breve tempo la temperatura e l’umidità tendono a risalire.
È altrettanto vero che accendendo il climatizzatore, in breve tempo si possono riscontrare i benefici in termini di comfort climatico.
Pertanto risulta inutile tenere attivo l’impianto di climatizzazione per lunghi periodi quando l’ambiente non è occupato.
Si chiede quindi di attenersi ai seguenti consigli per utilizzare al meglio il climatizzatore:
- non lasciare acceso il climatizzatore tutta la notte per ritrovare al mattino l’ambiente freddo, quindi spegnere l’impianto a fine giornata lavorativa;
- durante la giornata lavorativa se si esce dall’ufficio/studio per un periodo abbastanza lungo (circa un ora) spegnere il climatizzatore.
Oltre alle indicazioni di cui sopra, si consiglia di:
- utilizzare il climatizzatore solo in casi di elevato discomfort;
- impostare una temperatura non troppo bassa, questo consente anche di evitare fastidiosi flussi di aria troppo freddi.
Si inseriscono ulteriormente altre indicazioni estratte dalla raccomandazioni del Ministero della Salute
L’importanza di evitare shock termici
Tutti noi siamo portati ad accendere il climatizzatore in estate, quando fa molto caldo, impostando una temperatura desiderata molto bassa (quindi fredda), per contrastare gli effetti dell’afa.
Si tratta, purtroppo, di un grave errore, capace di compromettere la nostra salute tanto quanto le ondate di calore.
In effetti, se la differenza tra la temperatura al chiuso, quindi in casa o in ufficio, e all’aperto, è troppo netta, si rischia di andare incontro ad uno shock termico quando, per un motivo o per un altro, saremo costretti ad uscire verso l’esterno.
Questo sbalzo di temperatura netto può farci accusare l’ondata di calore in modo maggiore rispetto al normale, aumentando i rischi per la salute.
Migliorare il microclima
L’utilizzo del climatizzatore in estate dovrebbe essere subordinato alla conoscenza di alcuni parametri, che compongono il cosiddetto microclima degli ambienti interni.
I parametri sono essenzialmente tre:
- temperatura;
- umidità;
- ventilazione.
In effetti, se la temperatura non è particolarmente alta, ma il tasso di umidità invece è elevato, potrebbe essere più utile impostare il climatizzatore in modalità deumidificatore, migliorando la sensazione di benessere.
Se, invece, si ha una buona ventilazione, si potrebbe optare per una apertura delle finestre per favorire un ricambio di aria, almeno nelle ore più fresche della giornata, evitando così di consumare elettricità inutilmente.
Con questo ci riferiamo, quindi, alla ventilazione naturale. Se, invece, parliamo di ventilatori da ambiente, possono essere utili per migliorare la percezione del calore, ma non hanno nessun impatto sul miglioramento del microclima dell’abitazione o ufficio.
Veniamo, ora, alla temperatura, quindi alla corretta impostazione del climatizzatore in estate.
Affinché gli impianti di aria condizionata possano essere efficaci nel ridurre i rischi per la salute da esposizione a ondate di calore, e per limitare i consumi energetici, il Ministero della Salute raccomanda poche e semplici regole:
- chiudere le finestre durante l’uso dei condizionatori;
- oscurare gli ambienti, con tende, persiane, tapparelle, per ridurre l’esposizione solare;
- come accennato prima, evitare di impostare una temperatura troppo bassa rispetto all’esterno. Il consiglio è di mantenere la temperatura intorno ai 25-27°. In questo modo si evitano sbalzi termici e consumi eccessivi.