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Cento, vaccinazioni Covid: il progetto di Comune e Ausl per coinvolgere immigrati e fasce deboli della popolazione. Il ruolo cruciale del volontariato per avvicinarli

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pubblicato il 25/02/2022 10:18, ultima modifica 25/02/2022 10:18
La vaccinazione in questi ultimi mesi ha dimostrato di essere fondamentale per combattere la pandemia e creare le condizioni per una ripartenza delle comunità, anche quella del Centese. E per questo serve arrivare a diffondere la cultura dell’importanza del vaccino in tutte le fasce della popolazione, anche quelle più isolate, come sono spesso le persone immigrate da paesi lontani o famiglie che si trovano in condizioni di indigenza.
Cento, vaccinazioni Covid: il progetto di Comune e Ausl per coinvolgere immigrati e fasce deboli della popolazione. Il ruolo cruciale del volontariato per avvicinarli

Il dr Flavio Santilli della Dir. Medica- Ospedale di Cento tiene una lezione sulla salute al corso di lingua italiana al CPIA

A Cento, considerata la complessità del fenomeno sociale, l’Assessorato alla sanità del Comune di Mario Pedaci, medico, in collaborazione con il Distretto Ovest dell’azienda USL di Ferrara, ha realizzato una serie di nuovi percorsi (ad esempio i momenti di promozione della salute durante le lezioni di lingua italiana per gli stranieri) che si sono posti l’obiettivo di aumentare l’accesso e la diffusione della vaccinazione contro il COVID-19 tra le popolazioni socialmente vulnerabili. Un percorso sperimentale nato prendendo spunto dal concetto che l’equità nell’accesso alla vaccinazione è garantita a tutti perché “Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro” (Nobody is safe until everybody is safe).

L’iniziativa è stata possibile grazie al lavoro di più attori in campo: i servizi sociali del Comune che a loro volta hanno agito in rete con le associazioni di volontariato che operano sul territorio comunale. Una collaborazione che fin da subito si è mostrata particolarmente efficace nel centrare l’obiettivo preposto con l’attivazione del progetto fra Amministrazione comunale e Ausl: arrivare a vaccinare anche tutti coloro che si trovano in uno stato di vulnerabilità.

Un’azione resa possibile grazie all’offerta attiva e di prossimità presente nel Centro vaccinale di Cento e che ha potuto contare anche sul coinvolgimento dei mediatori linguistico-culturali.

Le comunità coinvolte sul territorio hanno permesso di arrivare a creare strategie di comunicazione più efficaci per spiegare, ad esempio, il ‘concetto del rischio vaccinale’ attraverso metodi culturalmente più efficaci su certe fasce di popolazione. Buone pratiche messe in campo anche grazie a diverse attività e, come detto sopra, con, ad esempio, gli interventi informativi/educativi sulla promozione della salute svolti nella sede del CPIA (Centro per l’istruzione degli adulti) di Cento, la scuola che offre percorsi di istruzione dedicati agli adulti e agli stranieri che sono già stati programmati nel mese di febbraio. In questo caso medici e infermieri (vedi foto allegata), in collaborazione con le mediatrici culturali dell’ospedale, sono in grado di rispondere a tutte le domane inerenti il tema della prevenzione e della vaccinazione COVID.

C’è anche il coinvolgimento della Caritas per avere più adesioni possibili alla vaccinazione da parte di coloro che accedono ai servizi come, per fare un altro esempio, il Punto di ascolto e la distribuzione dei pacchi offerti dall’associazione di volontariato. Caritas opera nel territorio comunale attraverso tre punti di ascolto per i più bisognosi che sono presenti nelle parrocchie di San Biagio, San Pietro e Penzale (per informazioni e contatti: cellulare 345 7244334).

Si tratta dunque di un’opera di sensibilizzazione al tema dell’importanza del vaccino per i vulnerabili che possono essere raggiunti grazie all’operosità della rete del volontariato che cerca di arrivare il più possibile anche ai famigliari dei primi contatti (in particolare donne e minori) assicurando loro l’aiuto prezioso, per fare un altro esempio, nel caso sia necessario compilare tutte le pratiche amministrative necessarie e realizzare in collaborazione con l’URP.

La diffusione, infine, all’interno dei servizi, sui social e nelle associazioni di opuscoli informativi già disponibili e tradotti in diverse lingue. Gli opuscoli sono stati elaborati nell'ambito del progetto multi-azione FAMI CASP-ER II – progetto di cui è capofila la Regione Emilia-Romagna e che comprende anche una rete di soggetti pubblici e del privato sociale.

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