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Il gioco d'azzardo patologico: gli interventi dell'Azienda USL per prevenire e contrastare la dipendenza dal gioco nei giovani e negli adulti

pubblicato il 08/10/2019 15:25, ultima modifica 09/10/2019 13:52

“Il Gioco d’azzardo patologico rappresenta una forma di dipendenza al pari delle droghe che non deve essere assolutamente sottovalutato e soprattutto deve essere affrontato con forza”. E’ questo il primo messaggio del direttore generale dell’Azienda USL di Ferrara, Claudio Vagnini, in occasione della conferenza stampa di questa mattina, con lo scopo di riportare l’attenzione su un tema particolarmente sentito anche nella provincia di Ferrara. “Rendere consapevoli i cittadini e far capire loro anche quali possibilità offrono i servizi dell’Azienda Usl, è una condizione fondamentale per riuscire a curare e prevenire prima di tutto. Fondamentale il rapporto e il coinvolgimento con le scuole per azioni di prevenzione sugli adolescenti, ma soprattutto per intervenire con strumenti e metodologie diversi che siano di maggior efficacia”.

Renato Cardelli, in qualità di coordinatore dei tre distretti aziendali, evidenzia poi quanto come la stessa Regione Emilia-Romagna, abbia inserito un focus specifico sul gioco patologico nel Piano regionale per la prevenzione, proprio per prevenire e contrastare il gioco d’azzardo patologico. “Per quanto riguarda l’Azienda USL di Ferrara, ogni distretto avendo le sue caratteristiche e specificità, ha definito le azioni da mettere in campo nel 2019. Fondamentale la collaborazione con gli altri Enti presenti sul territorio, come la Prefettura, le Scuole, i Comuni e le Associazioni, in quanto solamente unendo le forze si può pensare di riuscire ad aiutare quanti sono dentro a questo grande problema che non ha nulla di piacevole che possa essere paragonato al “gioco”.

A seguire Luisa Garofani, direttore del servizio dipendenze patologiche, ha poi fatto una disamina del giocatore patologico e delle modalità di presa in carico dei soggetti e delle loro famiglie. “Il gioco serve per isolarsi, per rimanere in una sorta di sospensione del pensiero. E’ questo che fa del gioco la Patologia. E’ come nelle droghe, si crea una interruzione della capacità di consapevolezza che impedisce alla persona di capire cosa gli sta succedendo”.

Il Gioco d’azzardo patologico rappresenta una forma di dipendenza che evidenzia le principali caratteristiche dell’addiction: l’intenso e persistente desiderio di giocare d’azzardo e l’impossibilità di resistervi (craving), l’insorgenza di una serie di sintomi quali irrequietezza, ansia, disforia, disturbi del sonno, quando si è impossibilitati a giocare (astinenza), infine la necessità di giocare somme di denaro sempre più ingenti e con maggiore frequenza per riprodurre il medesimo vissuto di euforia e gratificazione (tolleranza).

Per affrontare la domanda di trattamento sono attivi sul territorio dell’Azienda Usl di Ferrara 5 Punti di accoglienza e valutazione psicodiagnostica, con offerta di sostegno psicologico individuale, di coppia e familiare in ogni SerD territoriale (Cento, Ferrara, Copparo, Portomaggiore, Codigoro), con invio al Centro psicosociale di cura di Ferrara.

A Ferrara è attivo dal 2006 un Centro psicosociale di cura del gioco patologico che offre trattamenti di gruppo per pazienti e familiari provenienti da tutto il territorio provinciale. Gli utenti che si sono rivolti al Centro psicosociale per seguire un trattamento per problemi legati al gioco d’azzardo problematico o patologico dal 2006 al 2018 si sono incrementati in modo esponenziale passando da 26 a 139 pazienti con un tasso incrementale medio annuo del 17%.

I pazienti con un trattamento attivo nel 2018 hanno avuto in prevalenza un accesso autonomo (66%), con una piccola quota inviata dai servizi sanitari (MMG, salute mentale) o sociali (13,8%); il 5,8% è stato inviato dai familiari o da amici e lo 0,7% dalle Associazioni.

Si tratta di una popolazione in prevalenza maschile (M 83,8%; F 16,2%), con un’età media di 50,6 anni, le classi di età maggiormente rappresentate sono quelle che vanno dai 40 anni in poi che rappresentano l’80% dell’utenza in carico (40-49 anni: 26,5%; 50-59 anni: 25%; oltre 60 anni: 28,7%). Se osserviamo il profilo sociale prevale una tipologia di utente con lavoro regolare (47,8%), in pensione (19,9%) o disoccupato (16,9%), che vive in famiglia (70,7%), con un livello di istruzione basso (diploma media inferiore, elementare, professionale: 66,3%).

Considerando i giochi che vengono utilizzati una o più volte la settimana, i giocatori problematici si concentrano maggiormente su giochi a gratificazione immediata quali le slot machine e i video poker (81,1%). In misura minore si rilevano i giochi del Lotto, Superenalotto, Lotterie istantanee, Gratta e vinci (11,7%), seguiti dalle scommesse a base sportiva (3,6%), le scommesse su animali (2,7%) e i giochi d’azzardo su internet (0,9%). I luoghi prevalenti di gioco sono i bar/tabacchi (66,2%) e le sale giochi SNAI (14%).

Il gioco patologico

Il fenomeno è in aumento, è trasversale alle fasce d’età, coinvolge sia giovani adolescenti che adulti (età media 45 anni) fino ai pensionati, sia uomini che donne, sia fasce di popolazione in disagio economico che benestanti.

I giochi elettronici hanno cambiato i connotati del gioco stravolgendone i significati ludici: è così che per il 90% le slot-machine, i giochi on line, i gratta e vinci, hanno preso il sopravvento sfruttando un malessere personale di natura emotiva o economica. Le possibili conseguenze per le persone fragili sono un ulteriore isolamento davanti al video luminoso che chiede rapidamente soldi e li ingoia nella promessa di una rivalsa magica contro la sfortuna che non arriverà.

Nella nostra provincia ci sono 700 postazioni per giocare, ed è stimato che vadano in fumo 40 milioni di euro all’anno, la media nazionale vede una spesa di 315 euro pro capite.

Si produce un ritiro sociale un ostacolo alle relazioni affettive e famigliari, una catastrofe economica e personale dove umiliazione e vergogna diventano sempre più incomunicabili fino alla necessità, per uscirne, di interpellare un Servizio sanitario che riconosce il diritto alla cura per questa patologia.

La Regione Emilia Romagna, ha finanziato interventi attraverso i Ser.D sulla prevenzione e la cura del GAP (gioco d’azzardo Patologico) 

 

Quali metodologie seguire per raggiungere i giovani?

In occasione del mese del benessere psicologico (Ottobre 2019) il Servizio Dipendenze Patologiche dell'Azienda USL di Ferrara ha organizzato un momento di informazione riservato agli studenti delle classi superiori di Ferrara e provincia sulla tematica del Gioco d'Azzardo Patologico.

L’evento, che si terrà in due fasce orarie  (8,45-10.45 e 11.00-13.00) il 16 ottobre 2019 al Teatro Estense in piazzetta Municipale a Ferrara, è volto a stimolare la riflessione e partecipazione attiva sui rischi legati al gioco d'azzardo patologico.

Per la giornata informativa, l'AUSL di Ferrara ha richiesto l'intervento della Società di Divulgazione Scientifica TAXI 1729 di Torino che ha sviluppato il progetto “Fate il nostro gioco con l'intento di svelare le regole, i piccoli segreti e le grandi verità che stanno dietro all'immenso fenomeno del Gioco d'Azzardo in Italia. 

Il Talk “Fate il nostro gioco” è una performance dal vivo dedicata alla scienza diversa da una tradizionale conferenza, che stimola divertimento e conoscenza distruggendo false credenze, in continua interazione con il pubblico.

Tre caratteristiche sono peculiari del TALK:

1)    L’interazione e il dinamismo della simulazione di gioco che permette al pubblico di essere spettatore e sperimentatore per capire i meccanismi anche psicologici sui quali si fonda l’azzardo.

2)    Il rigore dell’informazione

3)    Il divertimento: Non mancheranno i momenti spassosi senza mai perdere di vista l’obiettivo: informare

Questa iniziativa fa parte di una serie di progetti rivolti agli Istituti ferraresi ed è inclusa all’interno di un catalogo di offerta formativa creato dagli psicologi afferenti al progetto “Gioco d’Azzardo Patologico – Prevenzione/Cura” per la sensibilizzazione ed informazione su questo tema.

Il catalogo dell’offerta formativa è stato diffuso alle Dirigenze delle scuole secondarie di I e II grado di Ferrara e provincia e comprende 7 progetti che si avvalgono di lezioni  frontali e modalità ludico-interattive, con interventi rivolti agli studenti di cui due strutturati specificatamente per docenti e genitori.

La proposta è indirizzata a muovere il pensiero in modo critico per sviluppare una consapevolezza che faccia recuperare il senso del gioco e del divertimento.

Internet non è più soltanto un sistema di comunicazione ma è soprattutto un Habitat che stiamo costruendo e al quale ci stiamo adattando. La sfida per il futuro per evitare le trappole della rete, non sarà una rincorsa all’innovazione sempre più sofisticata, ma una nuova consapevolezza individuale e collettiva per governare gli strumenti senza demonizzarli.

Si affiancano alla progettualità specifica sul GAP, interventi di prevenzione selettiva rivolta agli adolescenti, coordinati dal progetto Regionale sull’adolescenza, che attiva progetti specifici gestiti da associazioni di volontariato sul territorio distrettuale, affiancati dagli operatori di prossimità con il coinvolgimento dei ragazzi e delle famiglie. 

Dopo un’accurata ricerca della letteratura presente in materia, e accogliendo i feedback raccolti dagli interventi svolti nel precedente anno di lavoro, si è valutato fosse opportuno inserire nell’offerta formativa non solo interventi ad hoc sui rischi legati al gioco d’azzardo ma anche interventi legati al web (es. Internet, smartphone, videogame). Nel catalogo sono dunque inclusi 7 progetti, che si avvalgono di lezioni  frontali e modalità ludico-interattive, con interventi rivolti agli studenti di cui due strutturati specificatamente per docenti e genitori.

 

 

 

 

Definizione di Gioco (Psicologia, Le Garzantine, di U. Galimberti ed. Garzanti)

Attività realizzata per sé stessa in quanto ha il proprio aspetto gratificante in sé e non nel fine che raggiunge o nel risultato che produce, come accade nell’attività lavorativa.

Sia nel mondo umano che in quello animale il gioco è prerogativa di individui giovani tesi all’esplorazione del mondo circostante e all’apprendimento delle regole per controllarlo sul modello adulto…

Nel mondo umano si presenta in modalità complesse perché oltre al patrimonio istintuale, entrano in gioco la vita emotiva, i processi di socializzazione e di educazione, che proprio nell’attività ludica trovano le loro prime espressioni.

Fondamentale per lo sviluppo del bambino.

Siamo lontani dalla patologia; ci possiamo domandare che cosa ha trasformato in alcune persone il gioco in patologia del comportamento, assimilabile, per la devastazione che comporta nella vita dei giocatori compulsivi e delle loro famiglie, alla dipendenza dalle droghe.

 

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