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Gravidanza a rischio: le richieste di astensione anticipata dal lavoro possono essere presentate anche via mail

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pubblicato il 11/03/2020 15:15, ultima modifica 30/03/2020 10:16
Rimane confermata anche la possibilità di consegnare la domanda a mano rivolgendosi al Dipartimento di Sanità Pubblica sito in Via F. Beretta, 7 – Ferrara – 1° piano, nelle giornate di lunedì o giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,30. In entrambi i casi, ENTRO 7 GIORNI dalla presentazione della domanda, l’ufficio invierà il relativo “Provvedimento di astensione per gravidanza a rischio”, al datore di lavoro ed all’INPS tramite PEC e all’interessata tramite E-mai o PEC.

Al fine di agevolare le note misure cautelative per evitare/contenere la diffusione dell’infezione da coronavirus, si comunica che le domande di “Interdizione anticipata dal lavoro per gravidanza a rischio (Art. 17 comma 2 lett. a) D.Lgs. 26/3/2001 n. 151 e s.m.i)” potranno essere presentate anche tramite e-mail al seguente indirizzo: dirdsp@ausl.fe.it o per chi ne fosse in possesso tramite PEC all’indirizzo: dirdsp@pec.ausl.fe.it.

I documenti da inviare sono i seguenti:

  1. modulo di domanda di astensione per gravidanza a rischio scaricabile dal sito aziendale  www.ausl.fe.it) compilato in ogni parte recante tra l’altro l’indirizzo PEC del datore di lavoro;
  2. certificato del ginecologo attestante lo stato di gravidanza a rischio corredata dalla seguente dichiarazione della persona che presenta la domanda: “La presente copia è conforme all’originale trattenuto dalla sottoscritta”;
  3. fotocopia del documento di identità e del codice fiscale.

 

Rimane confermata anche la possibilità di consegnare la domanda a mano rivolgendosi al Dipartimento di Sanità Pubblica sito in Via F. Beretta, 7 – Ferrara – 1° piano, nelle giornate di lunedì o giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,30.

 In entrambi i casi, entro 7 giorni dalla presentazione della domanda, personalmente oppure tramite E-mail o PEC, l’ufficio preposto invierà il relativo “Provvedimento di astensione per gravidanza a rischio”, al datore di lavoro ed all’INPS tramite PEC e all’interessata tramite E-mai o PEC.

 

 

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