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Il valore della relazione virtuale ai tempi del coronavirus

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pubblicato il 17/04/2020 17:35, ultima modifica 17/04/2020 17:35
La testimonianza di Candida Andreati, responsabile della lungodegenza dell’Ospedale di Lagosanto COVID+

È di una decina di giorni fa la decisione dell’Azienda USL di dotarsi di tablet da destinare agli ospedali di Argenta, Cento e Lagosanto, per essere vicino a pazienti e famigliari che si trovano ad affrontare momenti così delicati a causa dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo.

Abbiamo scelto di raccontare quest’iniziativa attraverso l’esperienza del primario di Lungodegenza dell’Ospedale del Delta, Candida Andreati.

Come sono andate queste due settimane di sperimentazione?

In realtà alcune videochiamate in reparto avevamo iniziato a farle già da qualche tempo,  in casi particolari, usando i nostri smartphone, proprio nella piena convinzione dell’importanza della relazione umana e del “valore terapeutico” che ha la vicinanza – anche se solo virtuale nei momenti acuti - dei propri affetti. Da lì l’idea di dotarci di un tablet e, doveroso ricordarlo, i primi 3 all’ospedale del Delta sono stati donati dal Rotary Comacchio-Codigoro-Terre Pomposiane.

Il giorno di Pasquetta, per far rivivere un momento tradizionale di festa, per esempio, i degenti della Medicina hanno potuto sentire e vedere su tablet le proprie famiglie. Anche la cardiologia da oggi offre questa preziosa opportunità ai suoi pazienti.

Come avvengono le chiamate: Ci sono momenti precisi oppure è il paziente a chiedere di poter chiamare i propri cari?

Il lavoro in un reparto Covid deve essere ben organizzato e non ci è possibile di rispondere alle chiamate a qualunque ora, per via delle misure igieniche che devono essere garantite, del rispetto degli spazi e dell'utilizzo dei DPI (per farvi un esempio non portiamo i telefoni durante la visita ed alcune altre attività).

Delle videochiamate se ne occupa abitualmente il medico, che concorda con i familiari l'ora della chiamata dopo aver verificato se sono in grado di accedere a videochiamate. Alcuni pazienti sono autonomi nelle chiamate telefoniche con i loro cellulari, tuttavia diamo sempre la nostra disponibilità a pazienti e familiari nel caso desiderino essere assistiti per le videochiamate con i tablet.

 Immaginiamo che degenti e famiglie apprezzino questa opportunità in più che è stata attivata…

Assolutamente sì, è chiaro. Le semplici chiamate telefoniche avvengono quotidianamente fra familiari e medici: fin dal momento delle restrizioni sull'accesso dei parenti negli ospedali, oltre un mese e mezzo fa, abbiamo comunicato a tutti la possibilità di parlare con i medici definendo una fascia oraria nel corso della mattina dedicata ai colloqui telefonici: i familiari possono chiamare anche tutti i giorni se a loro fa piacere e ne sentono la necessità. Già potendo chiamare i medici, quando ne hanno bisogno, i familiari sono più tranquilli e rassicurati, ma la videochiamata ha fatto davvero felici molti; alcuni contatti - non lo nascondo - sono stati davvero commoventi.

 Le viene in mente un momento o un episodio che vi ha particolarmente colpito?

Sono diverse le esperienze che ci hanno confermato quanto può essere importante una modalità comunicativa di questo genere, per pazienti che vivono un isolamento forzato come quello a cui sono sottoposti i pazienti Covid e per i loro familiari chiaramente in ansia.

Tra i ricoverati di cui ci siamo presi cura abbiamo avuto una signora afasica per pregresso ictus ma lucida, accolta da Cona. Anche se tutti i giorni parlavamo con la figlia, un giorno si siamo stati chiamati perché si è presentato, direttamente nell'atrio dell'ospedale, l'altro figlio, disperato.

Non vedeva la madre dall'ingresso in ospedale a Cona, cioè da oltre 20 giorni. Ci supplicava di poter accedere al reparto perchè temeva di non potere vedere mai più la madre. 

Abbiamo spiegato che non potevamo farlo entrare in un reparto Covid, che la mamma era stabile, che tutti i giorni davamo notizie alla sorella... Tuttavia abbiamo concordato con lui la nostra prima videochiamata (usando i nostri cellulari) per il giorno seguente: la signora ha visto tutta la famiglia e tutti i nipoti, con tanta felicità e commozione della paziente, della famiglia e anche nostra. Il giorno dopo si è verificato un improvviso e rapido peggioramento ed a distanza di 24 ore la signora è purtroppo venuta a mancare. Questo ci fatto capire l’importanza di regalare l'opportunità di un sorriso... perché è un’occasione che potrebbe non ripresentarsi più.

 

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