La lotta allo spreco alimentare passa da un'alimentazione sana e sostenibile
“La lotta contro lo spreco alimentare parte dalle nostre case, da una dieta sana e sostenibile – spiega la dottoressa Cristina Saletti, direttrice del SIAN –. È dimostrato infatti che lo speco alimentare domestico è molto rilevante e che i consumatori, nei paesi industrializzati, sprecano proporzionalmente più cibo rispetto agli operatori del settore alimentare degli ultimi anelli della filiera alimentare. Per questo si lavora su due filoni: sulla condotta a domicilio per educare e sensibilizzare la popolazione e sulla filiera agroalimentare per facilitare il recupero del cibo non venduto”.
Pianificare la spesa, conservare correttamente i cibi e saper leggere le etichette sono le prime strategie per ridurre la quantità che diventa rifiuto. “Ad esempio bisogna controllare bene le date di scadenza – sottolinea la dott.ssa Saletti –: ‘Da consumarsi entro’ significa che l’alimento è sicuro per il consumo fino al giorno indicato; diverso ‘da consumarsi preferibilmente entro’ data oltre la quale il prodotto è ancora buono e sicuro pur se non assicura le caratteristiche organolettiche e nutrizionali originali”.
Consapevolezza aumentata durante il lockdown. O almeno, il report di Waste Watcher International Observatory segnala una riduzione dello spreco alimentare nel 2020. “Stare di più a casa ha facilitato ad organizzare al meglio la spesa e il proprio frigorifero – osserva Saletti -, a dimostrazione che un consumo più consapevole con meno sprechi è possibile”.
Impegno confermato dalla costruzione di un approccio integrato dal campo alla tavola, collegato alla lotta allo spreco, alla promozione della filiera corta e alla riduzione degli imballaggi in accordo con Regione, associazioni, scuole e in particolare con l’istituto alberghiero, sulla scia del Piano regionale della Prevenzione e della legge Gadda che facilita e semplifica il recupero de cibo e la donazione delle eccedenze alimentari ai soggetti bisognosi.
“Buttare via cibo buono non è ovviamente etico e ci costa molto: è dimostrato che l’alimento sprecato ha un impatto ambientale enorme rispetto all’alimento consumato. Uno spreco nello spreco, se si considera che le ultime indagini presentate dalla FAO ci dicono che nel mondo si spreca 1/3 del cibo prodotto destinato al consumo umano (circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno)” chiosa la direttrice Igiene degli Alimenti e Nutrizione che lancia l’ultimo appello: “Non basta una dieta sana e sicura, deve essere anche sostenibile”.