La pandemia e i bambini: effetti del Covid, contagi scolastici e vaccinazioni
Se ne è parlato nella nuova puntata di Salute Focus Ferrara (format web settimanale a cura di Ausl Fe condotto da Alexandra Boeru) con la direttrice generale Ausl Monica Calamai, Clelia De Sisti direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica, Aurora Bonazza, infettivologa Ausl Ferrara, Annalisa Califano, medico igienista di Sanità Pubblica, Vittorio Sambri, direttore del Core Lab di Pievesestina, Federico Marchetti direttore di Pediatria e Neonatologia dei presidi ospedalieri di Ravenna, Faenza e Lugo, Mario Braga, epidemiologo, coordinatore Staff Direzione Generale Ausl Fe, e Silvia Giatti (Il Resto del Carlino).
“Stiamo assistendo ad una situazione di stabilità che permane da circa 2 settimane - ha evidenziato in apertura la direttrice generale Monica Calamai -, anche se sempre con numeri importanti. L'incidenza ad esempio si è leggermente ridotta, 2286,2 casi per 100mila abitanti, così come è diminuita anche la percentuale di accessi “Covid” nei pronto soccorso (nell'ultima settimana passata da massimo 35% a massimo 21%)”.
“Il numero complessivo di casi attivi - ha proseguito Calamai - è di 14.200 persone di cui 13.801 asintomatici. Il 97,9% dei positivi sono a domicilio (13.899) mentre i ricoverati nei 3 ospedali della provincia sono 276, di cui 24 in area intensiva (6 in semintensiva e altri 18 in terapia intensiva). Va sottolineato - ha rimarcato inoltre la direttrice generale - che delle 276 persone ricoverate solo 91 lo sono state con un accesso legato direttamente a sintomatologia da Covid. I restanti sono soggetti che si sono ricoverati per altri motivi sui cui è stata rilevata la positività al momento dell'ingresso in ospedale”. Da rimarcare anche le presenze presso la Cra Covid, 29 e l'Hotel Astra, 19, e il lavoro delle Usca che segue a domicilio 544 persone.
Prosegue intanto la campagna vaccinale con il 96,5% della popolazione ferrarese coperta con due dosi e l'81% di copertura del target della terza dose. Anche le prime dosi stanno procedendo e, degli 11mila over 50 che ancora non si era vaccinati, hanno già effettuato la prima dose circa 2000.
C'è poi il fronte delle terapie, perchè se un contributo fondamentale per evitare la malattia severa arriva dai vaccini, ci sono novità importanti anche sul fronte delle cure.
“Da fine dicembre abbiamo un nuovo antivirale che aggiunge un'arma molto importante alle terapie domiciliari - ha spiegato Aurora Bonazza, infettivologa dell'Azienda Usl -. Abbiamo cominciato con scorta di 30 trattamenti e attualmente, dopo nemmeno 2 settimane dall'arrivo del farmaco, abbiamo 8 trattamenti somministrati e uno nuovo che sta per partire”.
“I pazienti che sono candidabili - ha proseguito l'infettivologa - sono pazienti che hanno fattori di rischio maggiore verso la malattia grave, non ospedalizzati per Covid e con Covid lieve moderato. La cura prevede due somministrazioni giornaliere per 5 giorni e - ha aggiunto Bonazza - come la maggioranza degli antivirali deve essere somministrato entro 5 giorni dall'esordio dei sintomi. Al momento - ha poi concluso l'infettivologa - nei pazienti trattati i risultati sono estremamente positivi, con la risoluzione dei sintomi in pochissimi giorni, e nessuno ha manifestato una progressione della malattia che di solito si vede in 5-7 giorni”.
Un ulteriore segnale positivo arriva anche dagli altri paesi e dai dati. “C'è una riduzione della velocità di crescita dei contagi - ha evidenziato Mario Braga, epidemiologo, coordinatore Staff Direzione Generale Ausl Fe - e si potrebbe pensare che questa variante (Omicron) sia un elemento che potrebbe rappresentare una fase di speranza per la fine dell'epidemia, nessuno deve abbassare la guardia. Dobbiamo renderci conto che questo virus è totalmente imprevedibile - ha aggiunto il professor Braga -, la possibilità di nuove varianti più aggressive c'è. Sarà necessario pensare ad una nuova normalità - ha aggiunto l'epidemiologo - in cui iniziare a convivere con il virus e attrezzarci per questa con una maggiore attenzione ai comportamenti, con cautele che dovranno essere comunque rispettate. Probabilmente la mascherina diventerà uno strumento non più eccezionale come era prima, dovrà continuare l'attenzione all'igiene, la sanificazione degli ambienti ecc. Questi comportamenti - ha concluso Braga - non proteggono solo dal Covid ma da tutti i virus che si trasmettono nell'ambiente”.
Una nuova normalità in cui la popolazione viene invitata a maggiore consapevolezza e responsabilità, di cui un primo passo è rappresentato dagli autotesting, introdotti in Emilia Romagna dal 19 gennaio scorso. Possono effettuarli i cittadini residenti nella regione, con fascicolo sanitario attivo, dose booster e asintomatici.
“Dal 19 gennaio ad oggi - ha spiegato Clelia De Sisti, direttrice del Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl - sono già arrivati 698 test, circa il 70% sono di accertamento di positività mentre i restanti sono i negativi per la chiusura. I cittadini che lo hanno effettuato - ha aggiunto De Sisti - nel giro di 24 ore ricevono la prescrizione di isolamento (se tampone è positivo) o il certificato di guarigione (con test negativo alla fine dei 7 giorni). La media dei test che vengono caricati in provincia di Ferrara è di circa 100 al giorno”.
A fare chiarezza sull'efficacia e il significato dell'autotesting è stato anche il professor Vittorio Sambri, direttore del Core Lab di Pievesestina. “I test diagnostici per il Covid anche nei casi del molecolare ad alta sensibilità lasciano un minimo di falsi negativi (almeno il 20% dei test molecolari in pazienti con sintomi possono dare risultato negativo). Abbiamo i test antigenici che è vero, soffrono dal punto di vista analitico di una riduzione di sensibilità rispetto ai molecolari, ma - ha spiegato Sambri - va contestualizzato in uno scenario di ritorno alla normalità, in cui le persone si assumono la responsabilità e si occupano della riduzione della possibilità di essere infettanti. L'uso dell'autotesting, che andrebbe effettuato tra i 3 e i 5 giorni dal contatto a rischio, ha questo tipo di logica. Si fa questo test - ha precisato ancora Sambri - perchè serve a identificare la cariche virali che quindi possono essere infettanti".
Sebbene i test rapidi, con lo stesso principio possano essere utilizzati anche nei bambini, è vero che l'autotesting non coinvolge i contagi scolastici.
A ricordare come funziona il protocollo scolastico (vedi infografiche in allegato) è stata Annalisa Califano, medico igienista del Dipartimento di Sanità Pubblica Ausl, che ha anche illustrato la situazione dei contagi nelle scuole.
“I numeri di questa di settimana sono in aumento - ha detto Califano -; tra il 17 e il 24 gennaio ci sono state 106 classi messe in quarantena, la maggior parte delle quali di materne e primarie. La prevalenza dei casi è sul Comune di Ferrara ma abbastanza omogeneo sui tutti i distretti, e va evidenziato che in questo momento il numero di casi tra i bambini è molto importante”.
Che il virus stia circolando molto tra i bambini lo ha confermato anche l'epidemiologo Braga che ha sottolineato come "soprattutto con Omicron, ma anche nella fase autunnale, la pandemia si sia mossa soprattutto tra i più piccoli, tra i quali c'è stato l'incremento più elevato di casi”.
Casi spesso asintomatici o paucisintomatici ma, ha messo in evidenza il professor Federico Marchetti, direttore di Pediatria e Neonatologia dei presidi ospedalieri di Ravenna, Faenza e Lugo, non è sempre, e non più, sempre così.
“È importante vaccinare i bambini per proteggerli dalla malattia e dalle forme severe che tra i bambini ci sono - ha spiegato Marchetti -, cominciamo ad essere preoccupati perchè la forma acuta non è banalissima e si assiste a complicanze come la malattia infiammatoria sistemica, sono stati evidenziati casi di diabete aumentati per danni a livello del pancreas indotti dal virus, e quadri anche a distanza di tempo. Tutto questo - ha proseguito il prof Marchetti - può essere prevenuto con il vaccino, sicuro ed efficace”.
“Già nella fascia 12-19 ha consentito di ridurre nel 90% dei casi sia i casi gravi sia le forme di malattia infiammatoria sistemica, pensiamo - ha aggiunto il primario - che questo possa accadere anche nella fascia 5-11 anni”. Infine la risposta ad un dubbio frequente: "i bambini che hanno avuto il Covid possono essere vaccinati dopo 3 mesi dall'infezione generando un rafforzamento della risposta immunitaria. Nessun timore a vaccinare il proprio figlio nemmeno se la certezza del contagio non si ha, i rischi non ci sono - ha concluso Marchetti - ma anzi si rafforzano le difese dal virus sul lungo periodo”.
Al momento in provincia di Ferrara l'adesione alla campagna vaccinale 5-11 anni è del 26.4%. “Molti genitori non se la sentono, come emerso anche da un questionario telefonico che stiamo facendo" ha spiegato la dottoressa Calamai. Di qui l'appello al quale si è unito anche il professor Marchetti, "a vaccinare i bambini per la tutela della salute pubblica in generale e soprattutto per la tutela dell'infanzia”.
La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl a questo link https://youtu.be/Oc6iqwKHSWQ e sulle pagine Facebook Azienda Usl Ferrara, Ferrara Focus, dei Comuni di Ferrara, Argenta, Copparo, Bondeno, Codigoro, Cento.