LA VIOLENZA OLTRE IL GENERE AL CENTRO DI UN CONVEGNO A CONA
Il National Institute of occupational Safety and Health definisce la violenza sul posto di lavoro come “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”. Negli ultimi anni gli episodi di violenza contro le operatrici e gli operatori sanitari (aggressioni fisiche, comportamenti minacciosi o abusi verbali) ricorrono con sempre maggiore frequenza, costituendo uno specifico rischio lavorativo. Per la maggior parte (il 73%) medici e donne. Più del 56% di chi ha subito violenza ritiene che l’aggressione potesse essere prevista. Oltre il 38% degli operatori sanitari si sente poco o per nulla al sicuro e il 48% di chi ha subito un’aggressione verbale ritiene l’evento “abituale”.
Tra le misure di prevenzione e controllo, oltre alle soluzioni di tipo logistico-organizzativo o tecnologico, si ritiene particolarmente utile avviare la formazione continua teorico–pratica per il personale di assistenza, con lo scopo di acquisire o migliorare le competenze di comunicazione e della relazione di aiuto nei confronti delle persone. Inoltre risulta importante conoscere il fenomeno nella realtà e le normative esistenti. Tutto questo per sviluppare in tutti la consapevolezza del problema per una reazione ragionata, una gestione in sicurezza del fenomeno, porre in atto buone pratiche e per mantenere adeguato il livello di percezione del rischio in “un’attenzione di genere”.
La legge 14 Agosto 2020 n. 113 “disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie nell’esercizio delle loro funzioni”, entrata in vigore il 24 settembre 2020, ha previsto un inasprimento delle pene e la procedibilità d’ufficio. Il Servizio Sanitario Regionale in Emilia-Romagna ha emanato le linee di indirizzo per la prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e, a cascata, le aziende strutturano il piano prevenzione violenza a danno degli operatori sanitari.
L’analisi delle dimensioni della diffusione del fenomeno della violenza di genere e le ripercussioni che esso ha sulla salute e sul benessere dei cittadini, vittime e non solo, sottolinea da sempre l'esigenza di applicazione della legislazione esistente in modo più efficace. Questo con impegno più diretto da parte di tutti gli attori, sanitari e non, per favorire l’emersione e l'analisi del fenomeno. In linea con questo riconoscimento, e con l’assunto che la violenza contro le donne rappresenti una violazione dei diritti umani fondamentali, oltre che del diritto alla salute, si sono delineate negli ultimi anni le strategie di intervento sia sul piano della protezione delle donne vittime di violenza che su quello della prevenzione. Queste strategie sono rivolte ad uno ampio spettro di soggetti, che parte dagli addetti ai lavori, fino a raggiungere la società nel suo complesso ed, in particolare, le giovani generazioni, coinvolte nella formazione scolastica e nelle campagne di sensibilizzazione.
In tal senso, il Piano nazionale straordinario contro la violenza di genere e lo stalking - previsto dall’art.5 della legge 15 ottobre 2013, n.119 - ha rappresentato il primo strumento volto a disegnare un sistema integrato di politiche pubbliche orientate alla salvaguardia e alla promozione dei diritti umani delle donne e dei loro figli, al rispetto della loro dignità, nonché al contrasto di questo fenomeno. Mentre il DPCM 24 novembre 2017 ha adottato le Linee guida nazionali rivolte ai Pronto Soccorso per un intervento adeguato e integrato nella presa in carico delle donne che hanno subito violenza e che si rivolgono ad una struttura ospedaliera. Sul versante dell’intervento regionale, inoltre, sono state individuate quattro linee di azione quali la formazione del personale sociale e sanitario territoriale, e dei servizi d’emergenza; l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza; gli interventi per l’autonomia abitativa delle vittime di violenza e l’implementazione dei sistemi informativi sul fenomeno della violenza.
Su questo scenario, la giornata di studio di venerdì vuole porre l'attenzione sull'utilizzo di strumenti univoci, utili alla raccolta dei dati per identificare, monitorare ed analizzare le zone a più alto rischio, oltre che alla standardizzazione delle procedure e dei rilievi. Il ruolo dell’organizzazione è importante per valutare, prevenire e gestire tali eventi, individuare le criticità, programmare e porre in essere le strategie di miglioramento. L'obiettivo è anche quello di permettere l’attuazione di misure preventive univoche ed idonee a fronteggiare gli esiti incalcolabili, in termini di vite perdute e di disastri socio-culturali, avvicinandosi ai fabbisogni reali della cittadinanza.