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Le eccellenze sanitarie e assistenziali dell’Ausl di Ferrara e dell’Emilia-Romagna su Motore Sanità

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pubblicato il 08/03/2022 12:25, ultima modifica 08/03/2022 12:26
Come sarà la sanità dopo il Covid e come le nuove tencologie possono aiutare a migliorare le prestazioni anche nei territori periferici di una provincia come ad esempio quella di Ferrara sono stati i temi al centro di un talk web di "Motore Sanità" a cui ha preso parte ieri pomeriggio la direttrice generale Monica Calamai.
Le eccellenze sanitarie e assistenziali dell’Ausl di Ferrara e dell’Emilia-Romagna su Motore Sanità

La direttrice generale Monica Calamai in un momento del talk web di "Motore sanità"


L’Infermiere di famiglia e di comunità, la telemedicina, la presenza capillare sul territorio degli Ospedali di Comunità (Osco), le Case della salute nate nel territorio che diventeranno Case di comunità.

Sono solo alcuni esempi di esperienze organizzative in sanità presenti in Emilia-Romagna e in particolare messe a punto dall’Ausl di Ferrara.

E la direttrice generale di Ausl Fe Monica Calamai li ha illustrati ieri pomeriggio, partecipando al talk web di Motore Sanità (community di professionisti che vuole contribuire al progresso della ricerca e delle conoscenze scientifiche sia in Italia che all’estero nel campo sanitario e sociale, ndr) e che aveva per titolo “La nuova gestione della Medicina territoriale nel post-covid”.
L’evento che ha registrato anche la partecipazione dell’onorevole Fabiola Bologna, ha permesso un interessante confronto fra i manager sanitari provenienti da varie parti d’Italia, dal Nord al Sud della Penisola, e i rappresentanti dei medici di medicina generale con uno obiettivo: ragionare su quali possibili percorsi possono essere intrapresi per costruire la sanità dei prossimi anni, anche alla luce dei finanziamenti e degli indirizzi del Pnrr.
“Il
Covid – ha detto la direttrice Calamai – ha evidenziato le criticità già esistenti, e ha accelerato la necessità di una riflessione globale. Serve una visione d’insieme che attribuisca la giusta importanza alla medicina del territorio, che è da costruire, e da costruire insieme. Coinvolgendo tutte le parti in campo, con un forte ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta”.

Calamai ha sottolineato che in Emilia-Romagna “molto è già stato fatto – aspetto questo che ha trovato conferma da parte di tutti i partecipanti al webinar – ma il lavoro sarà ancora lungo, anche in virtù delle opportunità che arrivano dal Pnrr”.
La direttrice generale ha poi aggiunto: “La medicina territoriale può essere una valida risposta soprattutto nelle zone più periferiche e rarefatte, specie se alla presenza di Case della salute/comunità, si affiancano progetti di telemedicina/telerefertazione, come stiamo facendo, ad esempio, con le retinografie per pazienti diabetici che vengono effettuate a Codigoro e poi refertate a Ferrara”. E ancora: “Sempre sul fronte della telemedicina abbiamo attivato un progetto di tele-visite cardiologiche che sta dando buonissimi risultati”.

Per quel che riguarda le professioni sanitarie “in tre realtà territoriali, una urbana, Ferrara, e due periferiche con Mesola e Goro, abbiamo attivato il progetto di Infermiere di Famiglia e di Comunità, una figura professionale incardinata nel Distretto e che ha il compito di diventare riferimento per l’area, la popolazione e le amministrazioni comunali in cui opera”. Calamai infine dichiara: “Abbiamo predisposto una formazione ad hoc per questa figura, formazione che prevede anche un master che partirà nei prossimi giorni”.

“Il tutto - ha concluso Calmai – dovrà essere ulteriormente implementato e poi messo a sistema per costruire quella che potrà essere la sanità che andrà ‘oltre noi’”.

 

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