Ospedale di Cento: “guarire” la solitudine dei malati al tempo del coronavirus grazie ai tablet
Proseguono le testimonianze di pazienti ed operatori, che grazie alle nuove tecnologie riescono a superare i momenti di sconforto causati dall’emergenza sanitaria in corso.
Creare le condizioni di contatto con i propri cari a chi oggi é costretto ad affrontare “momenti delicati” in un letto di ospedale, é l’obiettivo di molte aziende Sanitarie. La relazione, in questo particolare contesto, viene alterata dalle necessità poste dell’isolamento sanitario, gli strumenti di comunicazione devono essere quindi adeguatamente modificati per raggiungere comunque l’obiettivo ed evitare che la persona ricoverata e la famiglia, aggiunga all’esperienza già dura, anche il senso di abbandono che genera l’isolamento.
L’AUSL di Ferrara ha, già da qualche tempo, dotato di tablet gli Ospedali di Argenta, Lagosanto e Cento.
All'Ospedale “SS.ma Annunziata” di Cento le unità operative di medicina, cardiologia, terapia intensiva multidisciplinare, lungodegenza e piastra chirurgica hanno ricevuto 5 tablet da destinare ai pazienti ricoverati, per rimanere in contatto con gli affetti più cari.
Il personale infermieristico di reparto si occupa dell’organizzazione delle video-chiamate, nel rispetto delle misure igienico-sanitarie, concordando con i familiari l’ora della chiamata e rendendosi disponibile con i pazienti, nel caso necessitino di assistenza per l’utilizzo del tablet.
Quindi, oltre alle telefonate che avvengono normalmente tra familiari e medici, grazie a questi supporti informatici e alla grande disponibilità del personale ospedaliero, i pazienti possono anche vedere i loro cari. Un gesto che, seppur possa sembrare una goccia nel mare, migliora il benessere dei pazienti e dell’intera cerchia dei loro familiari
La video-chiamata è la conferma di quanto può essere importante una modalità comunicativa di questo genere, che regala momenti di sollievo, commozione e sorrisi ai malati e forza a tutto il personale sanitario impegnato in questa “battaglia”.
Alla luce dell’emergenza sanitaria legata al coronavirus, infatti, anche agli ospedali no-covid, vengono giustamente imposte nuove regole che tutelano la salute delle persone prevedendo restrizioni sull’accesso dei parenti (ad es. un solo parente/visitatore per l’intera durata di degenza del paziente) o ancora il divieto assoluto di accesso in alcuni reparti ospedalieri.
Essere ricoverati in ospedale durante questo difficile periodo, significa essere soli, le giornate senza le consuete visite dei parenti, possono diventare interminabili.
In alcuni casi non c’è possibilità di comunicare con l’esterno, anche per gli operatori sanitari é difficile stare vicini e dedicare tempo ai pazienti che, oltretutto, non possono vedere altro che tanti occhi che spuntano dai dispositivi individuali di protezione.
In questa drammatica fase, viene in aiuto la tecnologia che può fare tanto per alleggerire il carico di grande sofferenza psicologica.
Nell’isolamento in cui i pazienti e le relative famiglie vengono “sbalzate”, umanizzare le cure è fondamentale, di qui l’importanza di favorire una comunicazione tra il paziente e la sua famiglia che riduca il disagio del distacco e dia ancora più forza a chi combatte contro la malattia.