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Ottobre, mese della prevenzione: la Regione rilancia la campagna sullo screening per il tumore del colon retto.

pubblicato il 11/10/2019 15:21, ultima modifica 11/10/2019 15:21
Dall'avvio del progetto nel 2005, nuovi casi diminuiti del 30%. In Emilia-Romagna il più alto tasso di sopravvivenza del Paese: 69%. Bonaccini: "Strumento straordinario offerto gratuitamente dal nostro Servizio sanitario. Lavoriamo perché tutti siano informati su un gesto che può salvare la vita"

Oggi alla Casa della salute di Pieve di Cento una tavola rotonda con il presidente della Regione. Ogni anno 600mila persone contattate per effettuare il test del sangue occulto nelle feci, con l'obiettivo di andare oltre l'attuale 57% di adesioni. L'assessore Venturi: "Impegnati a sensibilizzare i cittadini, perché la prevenzione è fondamentale"

Bologna - Un tempo era tra le regioni italiane a più alta incidenza per i tumori al colon retto. Oggi, grazie principalmente all’attività di prevenzione, l’Emilia-Romagna si colloca al terz’ultimo posto nella scala nazionale per nuovi casi di neoplasia per gli uomini e al quart’ultimo nelle donne. Non solo: è la regione che presenta il tasso di sopravvivenza, a cinque anni dalla diagnosi, più elevato a livello nazionale: 69%, per entrambi i sessi, come emerge dal recente Rapporto “I numeri del cancro in Italia” curato da Associazione Italiana di Oncologia Medica e Associazione Italiana dei Registri Tumori.  

E proprio per continuare a informare e sensibilizzare i cittadini, in occasione del mese di ottobre dedicato alla prevenzione, la Regione è pronta a rilanciare la campagna informativa sullo screening per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore del colon retto.  

Temi, questi, su cui il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, interviene nel pomeriggio di oggi a una tavola rotonda alla Casa della salute di Pieve di Cento, nel bolognese: “In Emilia-Romagna siamo ormai al quindicesimo anno di attività dello screening per i tumori del colon-retto, iniziato su tutto il territorio regionale nel 2005, tra le prime Regioni a farlo in Italia e in Europa. La prevenzione resta ancora uno degli strumenti principali per combattere determinate patologie, e noi intensifichiamo i nostri sforzi: i programmi di screening rappresentano opportunità straordinarie, offerte gratuitamente dal servizio sanitario, ed è fondamentale che tutti le colgano. Dunque- conclude il Bonaccini- occorre fare ancora di più per comunicare l’importanza della prevenzione in oncologia, e in particolare per il tumore del colon retto: davvero un semplice gesto, come in questo caso, può salvare la vita”. 

In questi anni, infatti, lo screening ha permesso di identificare precocemente molti tumori ancora in fase iniziale e asintomatici, ma anche di rimuovere polipi intestinali a rischio di evoluzione. Tuttavia, i benefici, in termini di salute guadagnata, possono aumentare, considerando che l’adesione all’invito si attesta sul 57%.

“Mentre l’attenzione per i tumori al seno è molto alta nella popolazione, che aderisce in percentuali elevatissime al programma di screening, non così avviene per i tumori del colon retto- ricorda l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi-. Occorre quindi raggiungere la stessa consapevolezza anche per questa patologia. Su questo continuiamo a garantire il nostro impegno, a partire dal rilancio della campagna di informazione e sensibilizzazione, e ci auguriamo che sempre più cittadini rispondano positivamente alla chiamata”.

Il programma di screening regionale

In Emilia-Romagna, ogni anno, sono circa 3.000 le persone che si ammalano di cancro al colon retto, il più diagnosticato negli uomini dopo quello alla prostata e al polmone, mentre per le donne è il secondo, dopo quello alla mammella. Tra le patologie tumorali, rappresenta la seconda causa di morte più frequente: per questo è fondamentale sottoporsi allo screening.

In Emilia-Romagna il programma è iniziato nel 2005 su tutto il territorio regionale. Coinvolge oltre 1 milione e 200mila cittadini, cioè tutti quelli tra i 50 e i 69 anni, che vengono invitati ogni 2 anni a eseguire il test per la ricerca del sangue occulto nelle feci. Ogni anno, quindi, sono regolarmente convocate 600mila persone. E i dati dimostrano che il test funziona: dopo l’avvio dello screening, si è registrata una diminuzione dei nuovi casidel 30% - e la medesima percentuale di riduzione stimata anche per la mortalità - nonostante quasi la metà non abbia ancora aderito al programma di prevenzione. L’effetto protettivo, per chi si sottopone al controllo, si ripercuote inoltre nelle fasce di età successive: anche tra i 70 e i 79 anni è stata rilevata una diminuzione significativa di casi diagnosticati.

I contenuti della campagna

Dépliant informativi, locandine, 5 miniclip, un video. E, prima di tutto, lo slogan: “È semplice, gratuito e funziona”. Semplice perché si tratta di un esame delle feci, per la ricerca del sangue occulto; gratuito perché è a carico del servizio sanitario regionale; funziona perché dall’anno di avvio del progetto, nel 2005, i nuovi casi di questa patologia sono diminuiti in modo significativo.
La prevenzione illumina”, ricordano dépliant elocandine, sottolineando l’importanza di prendersi cura della propria salute, anche in assenza di sintomi. Ci sono poi le 5 miniclip, visibili sui social network (in particolare Facebook) e sui canali YouTube, fruibili sul monitor di uno smartphone e della durata di circa 20 secondi; un video più informativo sulla modalità di esecuzione e sulle motivazioni per cui conviene aderire, post e banner indirizzati in particolare alle persone di età tra i 50 e i 69 anni.

Informazioni utili

Chi desidera avere altre informazioni può contattare il numero verde 800 033 033, oppure consultare il portale della sanità regionale nella sezione riservata agli screening oncologici, all’indirizzo http://salute.regione.emilia-romagna.it/screening/ dove è contenuto anche il materiale della campagna ed è possibile trovare i recapiti e l’e-mail del servizio screening della propria Azienda Usl.

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