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Psicologia, quello che la pandemia ci ha lasciato

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pubblicato il 26/10/2021 10:30, ultima modifica 26/10/2021 11:03
Cosa ci ha lasciato la pandemia? La psicologa Cristina Meneghini, responsabile M.O. Psicologia Cure Primarie AUSL Ferrara, risponde a questa importante domanda in occasione del mese del benessere psicologico, raccontando le 1000 facce del malessere psicologico in epoca COVID.

Con l’esperienza della pandemia il bisogno psicologico è esploso, sia amplificando il disagio laddove era già presente, ma soprattutto producendo un senso di fragilità generalizzato in fasce di popolazione che mai, in precedenza, avrebbero pensato di averne bisogno.

Ci sono state 2 grandi fasi molto diverse: l’ansia della primavera 2020 (causata dalla sorpresa a fronte di un problema inedito ed ignoto, e del relativo lockdown) ha lasciato spazio ad angoscia e depressione, che sono diventati i vissuti predominanti nell’autunno-inverno 2021 a causa dell’esperienza della malattia, del lutto, della perdita del lavoro.

A livello locale, si è assistito a una moltiplicazione del bisogno psicologico: attualmente il volume delle richieste è di circa il triplo rispetto al pre-pandemia. La sfida dei nostri servizi diventa ora quella di riuscire a rispondere in modo tempestivo ed efficace.

Un insegnamento importante per i professionisti, a questo proposito, è stata la grande innovazione delle cure a distanza grazie alle nuove tecnologie. Telefonate, videochiamate, materiali inviati via email hanno permesso di migliorare l’accessibilità e dunque l’equità nella fruizione delle cure psicologiche da parte della popolazione più fragile.

Aiutare la psiche per aiutare la vita” rimane il nostro obiettivo e quello dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna che nei giorni scorsi ha organizzato il convegno "Quello che la pandemia ci ha insegnato: curare il benessere psicologico di tutti e di ciascuno" a Ferrara, in occasione della Giornata della Psicologia.

Anche perché, come ricordato dalla dottoressa Meneghini in chiusura della video-intervista, investire sui trattamenti psicologici migliora la salute ma anche i conti dello Stato. Cito una ricerca per tutte: l’Istituto Statale di Washinton per le Politiche Pubbliche, ha dimostrato che per ogni Euro speso in interventi psicologici per depressione ed ansia, si genera una riduzione dei costi socio-sanitari tra i 15 ed i 50 euro.

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