Telemedicina, infermiere di comunità e modello vincente sui vaccini: AUSL Ferrara 'fa scuola' al convegno CARD di Napoli
I due consessi di Napoli tratteranno un tema fondamentale ed emergente per le politiche sanitarie nazionali e della Regione Emilia Romagna: lo sviluppo e delle prospettive della medicina territoriale, prossima ai cittadini e punto determinante della presa in carico a 360 gradi, come emerge chiaramente, tra l’altro, nel Piano sociosanitario regionale vigente. Tema all’interno del quale riveste grande importanza l’aspetto della digitalizzazione, in vista della telemedicina.
E proprio su quest’ultimo si svilupperà l’intervento della dottoressa Calamai, che avrà luogo domani, e che illustrerà il “Piano azienda digitale della provincia di Ferrara”: un piano di interventi che riguardano l’Ausl e l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Ferrara mirato a sviluppare la telemedicina per una presa in carico sempre più puntuale del paziente, specie quello cronico e fragile, anche a domicilio, e come “ponte” tra la medicina territoriale e quella ospedaliera.
Il progetto prevede l’ulteriore implementazione di tre ambiti di applicazione già attivi: la teleassistenza, la telecardiologia e le Cure palliative. Sulla teleassistenza è prevista l’acquisizione di strumenti per il monitoraggio dei primi 40 pazienti a domicilio, facendo riferimento alle Case della Salute di Codigoro e Copparo. La telecardiologia contempla un ampliamento e miglioramento dell’attività di refertazione differita dell’elettrocardiografia ed ecografia. Per quanto riguarda le Cure palliative, è previsto un ampliamento del monitoraggio della loro efficacia a domicilio del paziente nonché la dotazione di dispositivi che ne migliorino il benessere.
I primi due nuovi ambiti di applicazione previsti sono invece la teleriabilitazione ed il supporto a stili di vita sani. La teleriabilitazione è mirata a migliorare il passaggio dalla riabilitazione ospedaliera a quella domiciliare, qualificandola quanto a tempestività ed intensità dei trattamenti; in quest’ambito sarà attivata una collaborazione con l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna per uno studio pilota sui pazienti anziani con frattura di femore. Per quanto attiene agli stili di vita sani, sarà definito un percorso di presa in carico per i pazienti in sovrappeso ed obesi garantendo loro una maggiore continuità assistenziale e facilitandone l’“accettazione” dei piani terapeutici, attraverso, ad esempio, gestione on line del “menù” quotidiano, tele-comunicazione col dietista, videovisite e video-colloqui su dieta ed esercizio fisico.
Lo sviluppo della presa in carico territoriale è un ambito nel quale un ruolo di grande importanza è quello dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità (Ifec), sul quale l’Ausl di Ferrara è antesignana, e su cui si incentra l’intervento, sabato, della dottoressa Colombi. Nel Ferrarese sono già stati espletati i bandi e la formazione relativi agli Ifec, che saranno, tra l’altro, un fondamentale riferimento per i pazienti e i loro caregiver, nonché anello di congiunzione con le altre figure professionali vocate alla presa in carico, cura ed assistenza, anche attraverso telemedicina.
Centrato invece su “Aspetti logistici e comunicativi della campagna vaccinale anti Sars-Cov-2 nella provincia di Ferrara”, l’intervento del direttore sanitario dottor Ciotti (che è anche presidente Card Emilia Romagna). Ciotti ha analizzato gli aspetti organizzativi della campagna, che a Ferrara ha avuto particolare efficacia in virtù di una programmazione meticolosa e rigorosa dei punti di somministrazione e della logistica: sedi, trasporti, task force professionali e ogni altro aspetto sono stati studiati in modo da implementare al massimo l’efficienza delle somministrazioni e limitare per quanto possibile i disagi per l’utenza. Un modello di gestione che ha portato, nella provincia ferrarese, risultati di copertura della popolazione tra i più alti e veloci in regione (già il 20 settembre era stato perseguito il risultato dell’80 per cento degli aventi diritto, vaccinati con doppia dose). Il tutto anche col sostegno comunicativo regionale ed aziendale, aspetto sul quale si è dovuto far fronte, tra l’altro, ai problemi di comunicazione nazionale legati al vaccino Astrazeneca e all’iniziale sottovalutazione della pandemia.