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Trent’anni anni di 118: la storia del Servizio di Emergenza Territoriale e le nuove sfide.

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pubblicato il 15/03/2022 16:48, ultima modifica 15/03/2022 16:48
Questo il tema della puntata di Salute Focus Ferrara format web settimanale con Emanuele Ciotti, direttore sanitario Azienda Usl Ferrara, Daniele Cariani Direttore Pronto Soccorso Ausl Ferrara e Maicol Zanellati Infermiere Specialista Emergenza Territoriale 118 Ferrara.

Ferrara, 15-03-2022. 1992: trenta anni fa con Decreto del Presidente della Repubblica veniva istituto il Servizio di Emergenza Territoriale 118. Un servizio che si è dimostrato cuore pulsante della sanità di emergenza, anche e ancora di più durante questi due anni di pandemia. Di questo, dopo il consueto punto sull'andamento dei contagi nella nostra provincia e di tutto quello che riguarda l'accoglienza sanitaria dei profughi che arrivano dall'Ucraina, si è parlato nella nuova puntata di Salute Focus Ferrara -format web settimanale a cura di Ausl Fe condotto da Alexandra Boeru- con Emanuele Ciotti, direttore sanitario Azienda Usl Ferrara, Daniele Cariani Dir. U.O. Pronto Soccorso Ausl Ferrara e Maicol Zanellati Infermiere Specialista Emergenza Territoriale U.O. 118 Ferrara. 

30 ANNI DI 118, COME È CAMBIATO IL SERVIZIO DI EMERGENZA TERRITORIALE

“Tutto è partito nel 1980 con la strage della stazione di Bologna, ha spiegato Daniele Cariani dir. UO Pronto Soccorso Ausl Ferrara, a seguito della quale ci si rese conto che non bastava avere braccia per soccorrere ma che era necessario coordinare questi soccorsi. E' nata allora la prima centrale unica per il soccorso ed il trasporto dei pazienti che prima era affidato alle associazioni di volontariato a partire dalla Croce Rossa”.

“Allora gli interventi erano finalizzati a caricare e trasportare il prima possibile il paziente verso l'ospedale più vicino, ha spiegato ancora Cariani, che però poteva anche essere quello meno adeguato. Oggi la logica è completamente diversa, ovvero è quella del “stay and play”: restare sul posto, stabilizzare il paziente e indirizzarlo all'ospedale più corretto. Il principio, ha proseguito Cariani, è quello del paziente giusto, nell'ospedale giusto al momento giusto.”

La prima centrale operativa del 118 a Ferrara è nata nel 1992 grazie all'allora primario del pronto soccorso del S. Anna Bigoni. Si utilizzava l'ambulanza medicalizzata con il medico del pronto soccorso che usciva con l'ambulanza per raggiungere il paziente. “Oggi abbiamo l'auto medicalizzata, con un medico dedicato e l'infermiere, che porta ad un soccorso molto più agile e moderno ed efficace. Questo, ha spiegato ancora Cariani, grazie anche alle attrezzature e alle tecnologie: basti pensare alla possibilità di effettuare l'elettrocardiogramma sul posto ai pazienti con infarto in atto che possono esser portati direttamente in emodinamica senza passare dal pronto soccorso.”

Un cambiamento importante anche per i professionisti come gli infermieri del 188. “Il nostro lavoro è cambiato tanto, conferma Maicol Zanellati Infermiere Specialista Emergenza Territoriale U.O. 118 Ferrara. Siamo supportati da molte tecnologie e possiamo trasferire all'ospedale molte informazioni per dare una cura più tempestiva alla persona che andiamo a soccorrere. Ma una parte fondamentale, ha aggiunto Zanellati, spetta alla nostra formazione grazie alla quale possiamo mettere in pratica anche manovre invasive che fino a qualche anno fa erano riservate riservate solo al personale medico.”

“Fuori, ha proseguito Zanellati, ci troviamo in condizione esposta, anche per l'emotività di famigliari dei pazienti e questo lo abbiamo sentito tantissimo durante la pandemia. Gestire l'emotività dei famigliari e l'aspetto sanitario contemporaneamente è stato difficile, confessa l'infermiere del 188 non senza emozione, anche per le condizioni dovute a tute mascherine e schermi facciali, avevamo solo la voce e le parole di conforto”.

“Un aspetto che mi sento di sottolineare con forza, ha poi aggiunto in conclusione il direttore sanitario Ciotti, è la flessibilità di questo sistema capace di rispondere a tutte le emergenze possibili. E' un servizio di attesa capace di intervenire per un infarto, un incidente o un sisma, fino anche ad una maxi emergenza o addirittura il piano del nucleare, dei cosiddetti eventi non convenzionali, che in questi giorni stiamo disponendo, a cui questo servizio, nella sua grossa capacità e velocità di rispondere, riesce ad adattarsi. Questo, ha infine ricordato Ciotti, grazie alla tecnologia ma anche alla logica del team, medico e infermiere, a cui si aggiungono i volontari che danno una mano a questo servizio.”

IL PUNTO SUI CONTAGI

“Partiamo dalla buona notizia che è il ritorno in zona bianca della regione Emilia Romagna con l'occupazione delle terapie intensive al 7,2% e quella dei posti letto ordinari al 12,1%. Dopo 6 settimane di calo costante dei contagi, ha spiegato il direttore sanitario Ciotti, registriamo 21,9% di incremento dei nuovi casi con l'incidenza passata a 397 casi ogni 100mila abitanti contro i 317 della settimana scorsa”. “È un dato da temere monitorato, ha aggiunto Ciotti, le motivazioni sono diverse, la variante 2 di omicron, il fatto che ci siano meno misure restrittive. Va detto, ha proseguito il direttore sanitario Ausl, che in questo incremento non c'è una fascia di età più interessata delle altre.”

L'aumento dei contagi si ripercuote anche se in maniera blanda per ora su quello che sono i servizi sanitari. “Le Usca, ha spiegato ancora Ciotti, erano arrivate sotto i 100 pazienti presi in carico, questa settimana siamo tornati a 144 casi. Le persone ricoverate sono 111 (su 145 posti Covid disponibili nei diversi ospedali della provincia) ed è salito a 3 unità il numero di pazienti nella terapia intensiva Covid. A questi numeri dobbiamo continuare a prestare massima attenzione”.

LA CAMPAGNA VACCINALE

“I volumi della campagna vaccinale sono cambiati, ha spiegato il direttore sanitario Ciotti, siamo passati da 3500 somministrazioni al giorno nel mese di gennaio, ad una media giornaliera di questa settimana di 350 vaccinazioni. La platea è diminuita perchè abbiamo una copertura della popolazione target che supera il 95%. Stiamo andando avanti anche con la fascia 5-11 anni dove siamo al 35% di copertura. Per quanto riguarda il vaccino Novavax abbiamo vaccinato 144 persone, un numero limitato, ha aggiunto Ciotti, ma continuiamo ad offrire anche questa possibilità e mantere attivi, pur ridimensionandoli, i punti vaccinali sul territorio.”

ACCOGLIENZA SANITARIA PROFUGHI UCRAINI

“Da lunedì 14 marzo è attivo il punto unico presso la Fiera di Ferrara, ha ricordato Emanuele Ciotti ringraziando tutte le istituzioni coinvolte e gli operatori che stanno facendo la propria parte in quest'opera umanitaria dimostrando di essere una provincia davvero solidale”.

Il punto unico offre risposte di tipo sanitario, dai tamponi alle vaccinazioni (non solo Covid) fino alla consegna del cosiddetto codice Stp (permanenza temporanea) che consente di avere tutte le prestazioni sanitarie di emergenza urgenza. “A ieri, ha poi concluso Ciotti, abbiamo rilasciato 474 Stp, effetuato 435 tamponi (solo 13 positivi), fatto 22 vaccinazioni e 46 mantù. Va ricordato infine che a queste persone, fortemente provate da quello che stanno vivendo, offriamo assistenza psicologica (per bambini e adulti) e il servizio di mediazione culturale bilingue (russo e ucraino).

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La puntata è visibile sul canale YouTube Ausl a questo link https://youtu.be/LWpTNgAGQlU 

e sulle pagine Facebook Azienda Usl Ferrara, Ferrara Focus, dei Comuni di Ferrara, Argenta, Copparo, Bondeno, Codigoro, Cento.   

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