Vaccini in sicurezza verso l'immunità di gregge. Il prof. Zamboni spiega patologia VITT e sintomi
Se ne è parlato nel consueto appuntamento con “Salute Focus Ferrara” (format web di approfondimento a cura dell'azienda USL di Ferrara condotto da Alexandra Boeru) con il professor Paolo Zamboni, direttore centro malattie vascolari Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna, il prof Giovanni Gabutti, ordinario di Igiene e Medicina Preventiva Unife, Roberto Bentivegna, direttore ad interim Direzione Medica di Presidio AUSL Ferrara, il dottor Andrea Zamboni, medico di medicina generale AUSL Fe, e Alessandra Mura (La Nuova Ferrara) e Stefano Lolli (Il Resto del Carlino).
“Stiamo raccogliendo i frutti del lavoro dei mesi scorsi”, ha commentato il prof Giovanni Gabutti a fronte dei dati relativi all'andamento dei contagi in provincia di Ferrara (incidenza settimanale nuovi casi 6,63 su 100.000 abitanti, 14 comuni senza nuovi casi questa settimana, 162 casi attivi su tutto il territorio provinciale dei quali 23 ricoverati). “Questo sia grazie all'applicazione delle norme igienico sanitarie che grazie alla vaccinazione” che a ieri (lunedì 21 giugno) ha raggiunto quota 300mila somministrazioni sul territorio estense.
L'ordinario di Igiene e Medicina Preventiva di Unife ha poi chiarito il concetto di immunità di gregge (in provincia di Ferrara è stata somministrata la prima dose al 60,8% della popolazione vaccinabile e la seconda al 34,9%): “Questo concetto viene acquisito solo raggiungendo elevati tassi di copertura vaccinale, le coperture stanno salendo ma ad oggi - ha precisato Gabutti - anche l'Oms e il Centro Controllo Malattie Europeo non hanno indicato una soglia minima che però, certamente, dovrà essere superiore all'80% della popolazione vaccinata”.
Il prof Gabutti ha poi anche spiegato il perchè la vaccinazione eterologa (mix vaccini diversi) sia assolutamente sostenibile e fattibile: “I dati che abbiamo, per quanto preliminari e basati su numeri non altissimi di soggetti, danno indicazioni positive anche perchè i vaccini che abbiamo a disposizione lavorano nello stesso senso, ovvero inducono una risposta di anticorpi verso proteina spike. Da questo punto vista - ha concluso il prof di Unife - ben venga l'eterologa!”.
Roberto Bentivegna, direttore ad interim direzione medica di presidio Ausl Ferrara, ha infatti spiegato le nuove indicazioni sulla seconda dose agli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di Astrazeneca che indicano una preferenza per un vaccino diverso ma lasciano alle persone la libertà di scegliere, previo firma di consenso informato, di completare il ciclo con Astrazeneca.
Un vaccino del quale si è molto discusso e sulle cui possibili gravi complicanze ha contribuito a fare luce un importante studio al quale ha partecipato anche il prof. Paolo Zamboni direttore del centro di malattie vascolari dell'Azienda Ospedaliero Universitaria S. Anna: “Abbiamo scomposto con precisione il meccanismo con cui avviene la VITT “trombosi con piastrinopenia indotta dal vaccino”, quindi possiamo risalire ai sintomi che permettono di individuare che la cosa sta per accadere, e abbiamo trovato terapie eseguite con successo”.
“E' molto raro che questa patologia capiti - ha ribadito Zamboni - ma se capita abbiamo la possibilità di sapere come intervenire”.
Il prof Zamboni ha anche messo in evidenza i sintomi che devono conoscere medici e persone che effettuano il vaccino. “Non vanno sottovalutati un dolore addominale forte a destra, sopra il fegato, che non passa con comuni antispastici e allo stesso modo non va sottovalutato un forte mal di testa, diversissimo dai mal di testa comuni, che non passa con analgesici. Fondamentale dunque chiedere un consulto medico soprattutto se questi sintomi compaiono dal giorno 4 al giorno 21 dopo la somministrazione”.
Fondamentale dunque il ruolo dei medici di medicina generale come ribadito da Andrea Zamboni, medico medicina generale Ausl Fe: “Il nostro ruolo è cruciale per fugare i dubbi e convincere ad affrontare la vaccinazione, unico modo per uscire da questa emergenza. Ma per convincere i pazienti prima di tutto - ha aggiunto Andrea Zamboni - devono essere convinti i medici. Ben vengano dunque gli interventi nei confronti di coloro che svolgono la professione medica e ancora non si sono vaccinati”.
Le conseguenze per chi non risponderà all'ultimo sollecito da parte dell'azienda sanitaria, ha infine spiegato Roberto Bentivegna, ci saranno entro una ventina di giorni: “Chi non darà una comunicazione o non darà motivazione valida alla non vaccinazione dovrà essere posto in altra mansione dove non ha contatti con colleghi o pazienti. Qualora questo non fosse possibile potrà essere escluso dall'attività fino al 31 dicembre senza corrispettivo economico”.
A questo link il video integrale della trasmissione sul canale You Tube Ausl https://youtu.be/_xKa9FEBDoY